“Vorrei che fosse chiaro che non è la regione che può fissare il prezzo del latte ma sono i produttori e i trasformatori che devono fare una proposta, noi possiamo favorire il dialogo.” Lo ha detto il presidente della giunta regionale della Sardegna, Francesco Pigliaru, al termine della riunione fiume convocata per cercare di superare la crisi del latte ovino che sta travolgendo i pastori sardi.
“Le distanze fra le parti – ha aggiunto – sono ancora importanti ma lavoreremo per cercare di ridurle. Come sistema pubblico possiamo aiutare a far salire il prezzo del prodotto finale e agganciare la crescita del prezzo del formaggio a quello del prezzo del latte, per quell’euro il prima possibile.”
Un euro al litro è , infatti, la richiesta degli allevatori mentre i produttori caseari sono disposti ad alzare il prezzo a 0,65 centesimi, al litro. Si devono smaltire ben 30 mila quintali di eccedenza di pecorino. Ma sono a rischio ben 12 mila allevamenti nella regione, proprio a causa di un prezzo troppo basso, a volte inferiore anche ai 60 centesimi al litro.
Una misura in soccorso dei pastori sardi arriva dalla COOP.
Lo fa con un impegno immediato e tangibile riconoscendo ai fornitori del prodotto Coop un valore all’acquisto del pecorino in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro (che è la loro richiesta).
Si tratta di un’iniziativa straordinaria di Coop che verrà sostenuta per un periodo utile a superare la crisi di mercato in corso e che interesserà i fornitori e gli allevatori coinvolti nella produzione dei pecorini Coop, compreso il pecorino romano (le linee Coop e Fior Fiore presenti sugli scaffali).
Non è la prima volta che Coop interviene per riconoscere una migliore remunerazione agli agricoltori anche in fasi di eccesso dell’offerta e di crollo dei prezzi, come già è successo in anni passati per le filiere del latte bovino o del pomodoro di Pachino.
“La crisi attuale del pecorino romano e del latte di pecora – secondo COOP – è determinata da diversi fattori che vanno aggrediti in modo strutturale. E’ importante una migliore programmazione delle attività produttive che eviti gli eccessi di offerta attuali; fondamentale è avviare e sostenere i processi di aggregazione e di accorciamento della filiera che possano aiutare la competitività dei prodotti derivati dal latte di pecora.”