Caduto il governo regionale dovrebbe essere il consiglio comunale di Terni , in contatto con la giunta, ad assumere il ruolo di interlocutore principale, a livello locale, con il ministero dello sviluppo economico sulle vicende che riguardano la Accia Speciali Terni, la realtà produttiva più importante dell’Umbria. Questo è l’auspicio del Presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Ferranti.
QUESTO L’INTERVENTO DI FRANCESCO FERRANTI
La situazione del sito ternano di Ast non può che destare preoccupazione ed è necessario che l’amministrazione comunale ne segua l’andamento con grande attenzione e la monitori con costanza oggi più che mai, anche in considerazione della conclusione anticipata del governo regionale.Ritengo necessario che il consiglio comunale del capoluogo, anche attraverso audizioni con le rappresentanze sindacali e i vertici di Ast, assuma a livello locale il ruolo di interlocutore principale e operi a stretto contatto con la giunta comunale per sensibilizzare il governo nazionale e in particolare il ministero dello sviluppo economico.Occorre alzare il livello di guardia sulle vicende che riguardano il futuro della principale realtà economica umbra: l’importazione dell’ acciaio indonesiano – fenomeno che permane – indebolisce la siderurgia occidentale. Probabilmente anche a causa di queste variazioni sui mercati il sito ternano ha ridotto la produzione sotto il milione di tonnellate e con una produzione a 900 mila tonnellate è a rischio il mantenimento dell’ attuale livello occupazionale.Questa situazione si configura poi in un quadro più complesso, dove anche la fusione tra la casa madre Thyssenkrupp con Tata Steel è ancora al vaglio dell’Antitrust europeo, rendendo incerto anche il ruolo di Ast, che da questa fusione è rimasto fuori. A livello locale sussistono incertezze sul piano industriale presentato solo in parte, sul futuro dei lavoratori interinali.È evidente che la situazione economica della città di Terni non può subire un ulteriore ridimensionamento dei livelli occupazionali e non sono ipotizzabili disimpegni da parte di una colonna portante del sistema economico locale come le acciaierie. Le istituzioni cittadine, in collaborazione con la dirigenza di Ast e i sindacati, debbono lavorare affinché il governo, fino a questo momento rimasto dietro le quinte, abbia un ruolo attivo nella tutela delle acciaierie, così come gli altri interlocutori politici più rilevanti. L’esperienza del passato insegna che gli stati di crisi aziendali vanno prevenuti chiamando per tempo l’azienda al confronto e sostenendola realmente con politiche industriali di respiro internazionale.La situazione è complessa ma ci sono anche segnali positivi: i 60 milioni di investimenti annunciati dall’azienda soprattutto sul fronte ambientale possono essere un ottimo punto di partenza, ma i nodi fermi da tempo vanno affrontati: difesa dei prodotti europei, infrastrutture adeguate, riconversione ambientali delle produzioni siderurgiche sono elementi sui quali non è possibile rinviare ancora.
Come presidente del consiglio comunale intendo proporre alla conferenza dei capigruppo di Palazzo Spada l’avvio di questo iter e le conseguenti audizioni.