Si fanno o non si fanno? Ci sono le risorse oppure no?
Ieri mattina si è discusso, in sede di 2^ commissione consiliare, del futuro del Cantamaggio che ruota, inutile girarci intorno, sulla sfilata dei Carri allegorici che rappresentano, o almeno hanno rappresentato fino al 30 aprile 2018, il momento clou, capace di accalcare durante il percorso, 10/20 mila persona.Quindi, si possono fare tante altre manifestazioni collaterali,per carità, ma nessuna di esse, questo deve essere chiaro, sarà in grado di raggiungere questo risultato.A meno che non si pensi che un recital di poesie in vernacolo sia in grado di fare altrettanto.Forse, 10/20/100 persone, quelle sì.
Dunque, il problema principale sono i Carri, poi si possono organizzare eventi collaterali sperando che , con il tempo, si sedimentino.
E’ tutta una questione di soldi, se vi pare poco.. Al che, il presidente dell’Ente Cantamaggio, Omero Ferranti, audito in commissione, ha ammesso che i maggiaioli sono pronti, per risparmiare su tutto, a riutilizzare materiale passato.Ma non basta:la SIAE vuole i soldi, la sicurezza ha un costo enorme, l’organizzazione ha un costo, l’affitto dei capannoni dove si realizzano i Carri si deve pagare.Anche a tirare, qualche decina di migliaia di euro, intorno a 50 mila euro, ci vogliono tutte.
Ci vogliono sponsor privati, contributi pubblici. “Noi più volte, nel corso di questi anni, abbiamo ipotizzato anche un biglietto di ingresso (simbolico) che , però, rappresenterebbe un contributo dei cittadini spettatori.Abbiamo pensato allo street food, anche da questo potrebbero arrivare risorse”. Ma Ferranti sfoggia ottimismo assoluto:”I Carri si faranno”. Quanto alla convenzione, anche in questo caso ha delle certezze:”c’è la volontà della stragrande maggioranza di andare a un rinnovo, anche se su cifre diverse”.
I commissari hanno “interrogato” Ferranti sul bilancio dell’Ente:”La situazione finanziaria è tornata ad essere sotto controllo – ha detto Ferranti – grazie ai sacrifici che sono stati fatti in questi anni e che hanno riguardato, purtroppo, anche il programma della manifestazione che è stato concentrato su alcune cose, prima fra tutte i carri, perdendone altre, come la presenza nelle piazze cittadine. I 70 mila euro di debito attuali sono il frutto di una eredità finanziaria della precedente presidenza e di alcune controversie rimaste insolute come quella con Asm per la tassa di smaltimento di rifiuti”.
Quanto all’assessore alla cultura e vice sindaco, Andrea Giuli si è limitato ad affermare:””In questa fase non ho molto da dire. II tavolo tematico appositamente istituito sta lavorando alacremente in un confronto dialettico ma costruttivo. Il 29 ottobre è prevista una nuova sessione di lavori, il tema è sempre quello di dare prospettive a questa manifestazione identitaria”.
Va detto che Ferranti sarà pure ottimista ma le voci contrarie non sono mancate.Ad esempio, il candidato sindaco del PD, Angeletti, ha detto che lui utilizzerebbe le piazze cittadine per “celebrare i Canti del maggio,” e già si immaginano migliaia di fans a riempirle ,pure da fuori, “i Carri – secondo lui – non sono indispensabili”. Che dire di Cicchini della Lega che ha ammesso che a lui “i Carri non sono mai piaciuti” e auspica “un cambio della formula”. Insomma, qualche dubbio, fossi in Ferranti, ce lo avrei, che tutto finisca come dice lui.
La 2^ Commissione consiliare , presieduta da Orlando Masselli, tornerà ad occuparsi del Cantamaggio il 22 ottobre per discutere del rinnovo della convenzione con l’Ente presieduto da Ferranti.