Il Movimento Cinque Stelle annuncia una novità importante: la sua opposizione in consiglio comunale a Terni acquisterà vigore, sarà più battagliera, consona allo spirito del movimento, dopo un anno in verità incerto, durante il quale la vis polemica, le prese di posizioni decise e difese ad oltranza, sono mancate in un’aula in alcune occasioni “sorda e grigia”.
Un’opposizione più “nutrita” – come noto – fa bene alla città. Di opposizione seria si parla, ovviamente: non di quella del tanto peggio tanto meglio.
Nel rendere note le proprie posizioni sul documento unico di programmazione (il Dup); nell’illustrare – in una conferenza stampa – gli emendamenti proposti ed accolti e nel rendere noti quelli (in totale erano 55, undici dei quali con esito positivo) non accolti, il Movimento mostra di aver cambiato marcia, o almeno questo è quel che si propone e promette di fare.
Non serve ora andare alla caccia delle motivazioni: se dipende, cioè, dal superamento di una fase di riflessione e di studio come fosse finito il primo round di un incontro di pugilato; o se si debba invece buttare un occhio sulla faccende nazionali.
Fatto è che si è assistito all’esternazione chiara e limpida di critiche pensate, valutate e – forse – covate per lungo tempo, supportate da proposte che illustrano una diversità di vedute profonda e che, alla fine, tracciano un quadro disarmante del governo cittadino.
Nell’aula di Palazzo Spada per la conferenza stampa c’erano praticamente tutti i consiglieri dell’M5S: Thomas De Luca, Patrizia Braghiroli, Federico Pasculli, Valentina Pococacio, Luca Simonetti, Marco Scozza (era assente per motivi “logistici” Claudio Fiorelli). Tutti hanno preso la parola e basta una sintesi, per forza estrema, delle loro affermazioni, per rendersi conto della situazione.
Intanto: in che consiste il rinnovamento rispetto a “quelli di prima”? “Veramente – ha detto Thomas De Luca, il capogruppo consiliare – le politiche sono le stesse. Tanto è vero che spesso presentiamo documenti che avevamo già presentato quando c’era la giunta Di Girolamo che li respinse. Ora? Respinti ugualmente”. I metodi, le politiche, i temi sepre gli stessi. Sarebbero cambiate le foto degli assessori, si sarebbe steso un velo di vernice per rinfrescare le pareti, ed ecco il rinnovamento bello e fatto. Duro il giudizio sul sindaco che si “ostina a tenere per sé la delega dello sviluppo economico pur dimostrando di non avere alcuna competenza in materia; un sindaco non ha mai discusso se non con l’Inps: nessun colloquio con le multinazionali, nessun passo avanti”. Ma si sa, l’economia cittadina non ha bisogno di interventi…
La maggioranza? “Il consiglio comunale pare un luogo in cui si fa formazione, perché molti dei consiglieri non sapevano niente sul funzionamento e sui meccanismi, mentre si assiste ad un andirivieni tra gruppi”. Segno di confusione? Di speranze frustrate? Di operazioni “carico e scarico”? Questo il Movimento non lo dice.
I rapporti col Governo? “La Lega s’è messo come fiore all’occhiello il risultato elettorale di Terni, l’unico capoluogo di Provincia strappato alla sinistra alla tornata del 2018. Da qui, da Palazzo Spada, non si è stati capaci di valutare il peso politico di Terni nei confronti del Governo, non si è stati in grado di dare a tutto questo un minimo di spessore contrattuale”.
La mobilità? “Alla concessionaria dei trasporti versiamo un contributo più alto di altre città a fronte dei servizio reso”. Le nomine? “Siamo sicuri che le scelye siano dettate solo da valutazione tecniche?”. La salute? “Proponiamo da tempo e vanamente uno studio epidemiologico serio in una città in cui l’inquinamento è un problema”. L’ambiente? “Si criminalizzano gli inquinati invece che gli inquinatori”. La sicurezza? “Qualche cittadino sa come deve comportarsi in caso di incidente grave in una delle fabbriche che stanno dentro la città? Sì, le direzione aziendali i piani di sicurezza ce li hanno. Ma i cittadini non lo conoscono. Lì sono contenute indicazioni di comportamento per evitare danni: è essenziale che tutti ne siano edotti”. Le dipendenze? “L’unica lotta che si compie è quella repressiva, ma il resto? Ci si chiede perché? Si esamina la particolare situazione cittadina? La nostra proposta è di aprire una lotta alle dipendenze, di sostegno ai programmi di prevenzione e riduzione del danno”. L’università: “E’ ora o no di rivedere il rapporto Perugia-Terni e magari riprendere le linee di rottura di un monopolio come cercò di fare il sindaco Ciaurro?”. I servizi sociali: “Sembrano materia di proprietà esclusiva dell’assessore, ma i destinatari di servizi così delicati si sentono sempre più penalizzati”.
E via dicendo. L’impressione è che ci sia molto da fare per l’opposizione, anche sul fronte dei rapporti tra istituzioni, tra singole persone, tra associazioni e gruppi, del clima di asocialità innescato da divisioni simili a centrali del tifo da stadio, su cui c’è sempre chi soffia.
Una città che nonostante le dichiarazioni del sindaco rese un anno fa nel discorso programmatico (“Sarò il sindaco di tutti”) è divisa tra il 60 per cento, “i nostri”, ed il 40, “i loro”. Ma quelli che stanno tra i “loro” non sono cittadini ternani?