Ancora una riunione infruttuosa per la Treofan di Terni: sindacati e rappresentanti dei lavoratori sono andati questo pomeriggio al Ministero dell’Industria e dello Sviluppo Economico. Ma con grande sorpresa al tavolo delle trattative non s’è seduto alcun rappresentante della proprietà, la multinazionale indiana Jindal. Per la verità un funzionario era in contatto telefonico con i lavoratori e una sottosegretaria, delegata dal ministro Patuanelli. È che la preoccupazione riguarda la scarsità di commesse, che ha permesso la ripartenza sì di una linea ma solo per tre giorni. I lavoratori ed i sindacati faranno ora pressione anche verso quegli uomini politici che nel periodo delle elezioni si sono così spesi generosamente per il futuro di una azienda che ha a libro paga centosessanta lavoratori.
Sulla vicenda è intervenuta la Lega. Si ricorderà che Matteo Salvini ha incontrato i lavoratori un paio di settimane fa.
La Lega parla di “ennesimo buco nell’acqua al tavolo di crisi Treofan mentre 140 operai rischiano di perdere il lavoro”.
“Ancora una volta – sostengono il segretario Salvini e l’onorevole Caparvi – la proprietà indiana Jindal si presenta ad una audioconferenza con un delegato che non risponde a nessuna domanda – proseguono – Nessun chiarimento nemmeno in merito alla situazione dei 140 dipendenti dello stabilimento di Terni che continuano ad assistere ad ordinativi in diminuzione e che vedono il proprio futuro sempre più minacciato da operazioni speculative che non portano a nessuno sviluppo nel territorio ternano. Il Governo smetta di dormire: lavori concretamente per risolvere questa crisi aziendale. Riteniamo opportuno – concludono Salvini e Caparvi – convocare ufficialmente l’ambasciata indiana in Italia per capire come portare il proprietario di Jindal al tavolo di crisi e chiedere quelle risposte che fino ad oggi, in dieci mesi, non sono mai arrivate”.