Il tribunale del riesame di Perugia ha concesso gli arresti domiciliari alla ventottenne di Terni condannata lo scorso 23 ottobre a 16 anni di reclusione, con l’accusa di omicidio volontario, per aver abbandonato il 2 agosto 2018 nel parcheggio di un supermercato il figlio appena nato, poi morto. I giudici hanno accolto l’appello presentato dai legali della giovane, gli avvocati Alessio Pressi e Attilio Biancifiori, contro la decisione del gip Simona Tordelli che, lo scorso agosto, aveva respinto la richiesta di scarcerazione avanzata sulla scorta del percorso riabilitativo compiuto.
La ventottenne può quindi uscire dal carcere di Capanne, dove era rinchiusa dal 7 agosto di un anno fa, per essere affidata ad una comunità socio-riabilitativa. Il Riesame ha anche disposto che il tribunale per i minorenni di Perugia intervenga per rivalutare i termini dei rapporti tra la donna e la figlia maggiore, di tre anni.
“Con il provvedimento del Riesame – ha commentato l’avvocato Pressi – emerge a chiare lettere che la mia assistita non è una persona pericolosa. Si aprono nuovi orizzonti, non sulle sue responsabilità, ma sul vissuto di abbandono con la quale è stata costretta a convivere nei mesi della gravidanza”.
La difesa, in attesa del deposito delle motivazioni da parte del gup che l’ha giudicata con rito abbreviato, ha già annunciato che presenterà appello contro la condanna.