Le cosche della ‘ndrangheta hanno messo le mani sull’Umbria “infiltrando in modo significativo” il sistema economico della regione.
E’ quanto emerge da una indagine della polizia di stato, in corso da alcuni mesi, che ha portato all’arresto, questa mattina, di decine di persone e al sequestro di milioni di euro in calabria e in Umbria. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che gli inquirenti hanno tenuto a Catanzaro, presenti di procuratori di Catanzaro e Reggio Calabria, Nicola Gratteri e Giovanni Bombardieri e il capo della direzione centrale anticrimine della polizia, Francesco Messina.
“Emerge uno spaccato dell’Umbria allarmante, con la capacità della ‘ndrangheta i spacciare chilogrammi di stupefacenti acquistati in Calabria o attraverso un canale albanese investendo poi il denaro in una fortissima rete fatta anche di società di comodo, acquistando terreni e società con una potenza economica elevatissima.” Lo ha affermato Francesco Messina responsabile del DAC, direzione anticrimine centrale.
Nell’inchiesta sono state coinvolte le cosche Trapasso, Morleo, e Zofreo di San Leonardo di Cutro (Crotone) e Commisso di Siderno (Reggio Calabria). Sequestri di beni sono stati effettuati in Umbria, lazio e Lombardia per una valore complessiva di circa 10 milioni di euro. 27 i provvedimenti restrittivi emessi dalle procure di Catanzaro e Reggio Calabria.
L’operazione anti ‘ndrangheta ha acceso anche il dibattito politico regionale.
“Preoccupazione per gli esiti della maxi operazione
condotta dalla Polizia di Stato, coordinata dalle Procure di Catanzaro e
Reggio Calabria, che sta vedendo, anche in Umbria, numerosi arresti legati a
reati di mafia” è stata espressa dal capogruppo del PD, Tommaso Bori e dalla vice-presidente dell’assemblea legislativa, Simona Meloni. ““La nostra regione – ghanno aggiunto i due esponenti PD – è considerata da tempo
un covo freddo in cui il sistema di riciclaggio sta infiltrando anche una
parte del sistema economico regionale. Questa operazione antimafia dimostra che lo Stato continua ad essere fortemente impegnato a contrastare le organizzazioni malavitose che minano la vita democratica e
l’immagine del nostro Paese. A partire dell’urgenza di questi fatti –
osservano ancora Bori e Meloni – si rende quanto mai necessario e
urgente che le istituzioni locali diano segnali concreti per mettere in campo
azioni di monitoraggio e contrasto di fenomeni che devono tornare ad essere
estranei alla nostra terra”. Bori e Meloni, infine, si augurano che possa essere riattivato rapidamente l’osservatorio sulla criminali organizzata.
“Immediata istituzione della Commissione
speciale sulla criminalità organizzata e le mafie per dare un forte
contributo politico-istituzionale alle attività di contrasto e prevenzione
del fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata e mafiosa nel
tessuto socio-economico umbro. Una prima risposta a chi vuol mettere a
rischio la civile convivenza della nostra comunità regionale”. Il
presidente dell’Assemblea Legislativa Marco Squarta dà notizia che nella
riunione odierna la Conferenza dei capigruppo ha condiviso la necessità di
istituire anche nella XI Legislatura l’organismo di indagine.
L’opportunità e l’urgenza di attivare di nuovo la Commissione antimafia
regionale è stata condivisa dai Capigruppo presenti che già in una
precedente riunione avevano iniziato a lavorare intorno ad una proposta. I
rappresentanti dei gruppi si sono impegnati a formalizzare entro brevissimo
tempo all’Ufficio di presidenza un documento unitario che permetterà
all’organo di governo dell’Assemblea legislativa di attivare le procedure
previste dagli articoli 54 dello Statuto e 34 del Regolamento per la
costituzione della Commissione.
“Quello delle infiltrazioni della criminalità organizzata e mafiosa in
Umbria – sottolinea il presidente Squarta – è un grave problema che ormai da
anni si manifesta con una elevato livello di gravità, come purtroppo
confermato dai recenti fatti di cronaca che rivelano la preoccupante presenza
in Umbria delle mafie”.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca