“Osservando la storia della nostra città degli ultimi 20 anni la potremmo riassumere così: due occasioni di rinnovamento perdute. La prima terminò nel 1999 dopo alcuni anni di buon governo dei quali ancora oggi si parla. Dopo quasi venti anni la seconda; iniziata nel 2018 ha esaurito la sua spinta propulsiva poco dopo un avvio molto più brillante del proseguo”.
A parlare è Delfina Dati, presidente dell’Afad, una associazione che si occupa dei diritti delle persone con disabilità, l’associazione più significativa per numero di iscritti nel ternano e una delle più importanti della regione.
“Ne contiamo circa 600, aggiunge, siamo gli unici che nel corso del tempo ci siamo strutturati con organi di indirizzo al pari di ogni associazione che si rispetti: uno statuto, un ufficio di presidenza con tanto di vice presidente, un consiglio direttivo composto ad oggi da 15 unità, una assemblea degli iscritti. Quando ci “muoviamo“ lo facciamo solo dopo un percorso condiviso, partecipato e sostenuto dai nostri iscritti, per questo, aggiunge, non sono possibili strumentalizzazioni da parte di nessuno. Ci occupiamo da sempre di disabilità a tutti i livelli e da sempre perseguiamo un paradigma nuovo e diverso. Prima gli utenti poi i gestori di servizi! Riteniamo che le esigenze e i bisogni individuali delle persone con disabilità debbano essere al centro delle politiche sociali e non subordinati agli interessi dei gestori dei servizi, di coloro che si vorrebbero sostituire alle famiglie. Prima la libera determinazione delle persone con disabilità nell’alveo della propria famiglia.
Ci battiamo da sempre per il perseguimento di progetti personalizzati di vita che tengano conto delle ambizioni e delle esigenze di ogni singola persona. I nostri interlocutori, come è facile intuire, sono le istituzioni, gli enti – la Regione – i comuni, ovviamente a prescindere dal loro colore politico. A Terni dal 2018 è l’amministrazione Latini. Ricordo, prosegue Delfina Dati, che salutammo l’insediamento della prima “edizione“ dell’amministrazione Latini carichi di aspettative. Le primissime interlocuzioni ci sorpresero in senso positivo per desiderio di concretezza e per la chiarezza degli obbiettivi. Li ritrovammo poi scritti nero su bianco sul DUP (il documento di programmazione) approvato già nel settembre 2018 da tutta la maggioranza compatta. Venivamo da anni in cui le nostre istanze erano state sempre disattese. Trovammo scritto: incentivazione di progetti di vita indipendente, voucher e libertà di scelta per alcuni servizi, al contrario non leggemmo più neanche una sola volta – continuità! Constatammo piacevolmente sin dalle prime battute l’attuazione degli impegni contratti con noi e con altre associazioni. Ad esempio il reperimento di risorse per i progetti di vita indipendente che chiedevamo da anni. Una sana “normalità“ che come purtroppo sappiamo nelle “promesse“ della politica non è così scontata. Pensammo e constatammo che si stesse avviando il cambiamento richiesto a gran voce dai cittadini di Terni.
Seguirono giornate di lavoro fatte di coinvolgimento e di partecipazione alle scelte nel vero senso della parola. Ricordo ancora un incontro nei locali della biblioteca nei quali l’allora assessore riunì tutte le associazioni che vollero partecipare per chiedere addirittura quali e in favore di chi si sarebbero dovute impiegare ingenti risorse provenienti dai Fondi Sociali Europei. Le stesse risorse che in buona parte sono andate lo scorso dicembre nell’avanzo vincolato del Comune perchè in seguito non più impegnate. A distanza di circa 13 mesi dall’inizio la prima tegola. Latini o chi per lui cambia il nostro interlocutore di riferimento. Per ragioni che oggi più che mai appaiono lontane dalla buona amministrazione, ma al contrario vicine a quella politica che a nostro avviso si pone a questo punto in evidente continuità con coloro che, cronache alla mano, hanno avuto la responsabilità del governo per decenni nella nostra città facendola sfiorire. Metodi analoghi, sostanza svanita e non più pervenuta. Subito dopo la seconda tegola: svaniti nel nulla i 170.000€ risparmiati dalla riorganizzazione dei trasporti da e per i centri diurni e con essi la possibilità di riattivare l’attività motoria in acqua che ci era stata promessa. Cosa c’è di nuovo o per meglio dire di preoccupante oggi? È notizia di oggi che con la determina n.1271 è stata varata una commissione per la valutazione di cosiddetti progetti di “innovazione sociale“ a seguito di una procedura introdotta dalla delibera n. 53 dell’11 marzo 2020. Il metodo: si aprono i termini per una dimostrazione di interesse dal 20 marzo al 20 aprile, in piena epoca di Coronavirus con tutti concentrati a superare la fase di chiusura totale del nostro paese.
Nessuno ci ha coinvolto nel processo di individuazione degli obbiettivi, nessuno ci ha chiamato nonostante si sbandieri di avere sempre la porta aperta, come nessuno ha chiamato nessuna delle associazioni accreditate, nessuno ha condiviso con noi le priorità! La sostanza: una cosuccia che vale 1,5 milioni di euro. Contenuti vaghi dei quali sfuggono le finalità nel senso più articolato. Basterebbe leggere la delibera e poi la determina, per rendersi conto che a Terni è cambiato solo il colore di chi governa ma non la sostanza. Basterebbe leggere la determina per non trovare alcun nome di nessuna nuova impresa del terzo settore (coop NDR) che si aggiunga a quelle già note. In un passato anche recente, come tutti ricorderanno dalle cronache la città fu scossa dall’operazione Spada 1 e Spada 2. Gli inquirenti parlarono allora di “sistema“. Ma cosa c’entra tutto questo con le finalità dell’Afad? Mi pare evidente. Come dicevo per anni abbiamo perseguito il cambiamento vero del paradigma di sostegno e assistenza. Più progetti per la vita indipendente delle persone con disabilità. Risorse per il raggiungimento dell’autonomia di tutti coloro che la vita o la sorte ha già penalizzato sin troppo. Purtroppo possiamo solo constatare, prosegue la presidente, che il percorso avviato ha cambiato decisamente strada imboccando di nuovo il percorso che le precedenti amministrazioni avevano battuto con determinazione. In più ed in forma peggiorativa non possiamo che notare che troppe scelte fatte di recente hanno fortemente penalizzato la nostra città ed il nostro mondo in particolare. Mi vengono in mente numerosissimi servizi ordinari che sono stati completamente trascurati: ci sono forti ritardi nell’erogazione dei saldi per le spese già sostenute dalle famiglie per i progetti di vita indipendente a fronte dell’assunzione diretta di un operatore presso il proprio domicilio. Progetti per i quali il Comune, contrariamente ad altre amministrazioni regionali, non ha previsto nessuna continuità. Dei progetti personalizzati secondo la legge 328 del 2000 in capo al Comune che ogni persona con disabilità dovrebbe avere, perché non se ne parla più? Molte famiglie ne hanno fatto richiesta, senza ricevere alcuna risposta! Oggi che siamo ormai a maggio e che i ragazzi con disabilità che frequentano la scuola sono a casa come tutti gli altri da marzo, perché il Comune (l’assistenza scolastica ai ragazzi con disabilità è materia sociale in capo al comune) non ha loro ancora garantito l’attività di sostegno così come avviene quando vanno nel proprio istituto di riferimento, prevista oltretutto dall’art. 48 del Decreto “Cura Italia”? Ci risulta che il servizio non erogato verrà comunque pagato alle coperarive in base ad un accordo nazionale e regionale. Come mai non siamo stati coinvolti neanche nella programmazione delle risorse che provengono dal Fondo Politiche Sociali e Fondo per la non-autosufficienza dei quali il Comune di Terni è capofila? Risorse da destinare all’assistenza di minori – persone con disabilità – persone non autosufficienti! Che fine ha fatto la conferenza dei sindaci della quale ci fu un primo incontro nel giugno 2019 e della quale si sono perse le tracce, oggi che più che mai con la Asl avrebbe potuto determinare una vera rimodulazione dei servizi facendo chiarezza anche rispetto all’impiego di ingenti risorse? E’ per tutto questo che non capiamo perchè quando non si riesce a portare avanti quello che rappresenta la normale gestione di un buon welfare, ci si impegni in un nuovo progetto che prevede un coinvolgimento sostanziale di persone e risorse. Insomma all’inizio ci è sembrato che il cambiamento si fosse realmente insediato nelle stanze che contano del Comune di Terni, conclude la presidente di Afad, ma oggi non possiamo che constatare che questa amministrazione più di recente ha fatto scelte contrarie a quelle iniziali. Saranno i soliti poteri forti a condizionare le scelte della nostra città?”