Il direttore della struttura complessa di Epatologia e Gastroenterologia dell’Azienda Santa Maria di Terni Mariano Quartini e la responsabile della struttura semplice dipartimentale di Epatologia della USL Umbria Maria Oliva Pensi hanno organizzato una due giorni scientifica incentrata sul trapianto di fegato. L’evento si svolgerà il 5 e 6 luglio nella sala convegni dell’hotel Albornoz di Spoleto con la partecipazione di esperti nazionali ed internazionali. L’argomento è di grande interesse anche in Umbria pur non essendo presente un centro trapianti per il fegato, spiega una nota, perché consente di approfondire un aspetto della salute importante dal punto di vista sia etico che organizzativo, con riferimento anche ai rapporti tra centri trapianto e centri epatologici periferici.
La mattina del 5 luglio si aprirà con una tavola rotonda che affronterà anche questioni etiche e tutte quelle iniziative capaci di favorire le donazioni per offrire questa opportunità terapeutica a un numero sempre maggiore di pazienti in lista di attesa.
Il congresso scientifico che seguirà vedrà la presenza di numerosi epatologi umbri nonché di alcuni dei massimi esperti nazionali ed internazionali provenienti da 9 diversi centri trapianti, che si confronteranno sulle indicazioni al trapianto in urgenza, per la malattia cronica della cirrosi scompensata e per il tumore del fegato, sulle complicanze precoci e tardive del trapianto, sulle prospettive future come le novità nel campo della preservazione degli organi da trapiantare e le nuove indicazioni per il trapianto in oncologia. Una sessione a parte sarà poi riservata a un progetto specifico per ottimizzare i rapporti tra centri trapianti e centri periferici.
La due giorni si chiuderà nel pomeriggio del 6 luglio con un meeting satellite in cui si vuole verificare lo stato della terapia per l’HCV, che in Umbria ha consentito di guarire centinaia di pazienti, approfondendo gli aspetti legati all’impatto favorevole che queste terapie avranno in futuro anche dal punto di vista organizzativo ed economico e gli interventi diagnostici e terapeutici da adottare in popolazioni che ancora sono a rischio di infezioni, come nelle case circondariali e tra i soggetti con dipendenze.