“Quando ci sono elezioni come quelle che sono avvenute a marzo e il partito che era al governo dimezza i propri voti significa che non ha avuto il consenso delle persone di questo paese.Ed è indubbio che il voto che le persone hanno espresso, anche da parte del mondo del lavoro,è sotto gli occhi di tutti, ha premiato forze diverse da quelle che qualcuno pensava potessero premiare: 5 stelle e la Lega. Così come non va sottaciuto che sta aumentando il numero delle persone che a votare non ci va più perché non si sentono più rappresentate da nessuno.Il tema è che in questi anni il mondo del lavoro non è stato sufficientemente rappresentato per i bisogni e gli interessi che aveva e le persone stanno maturando anche altre scelte, altre valutazioni. Dal punto di vista sindacale, ancor più di prima, noi dobbiamo svolgere un ruolo autonomo e indipendente rispetto al quadro politico. Dobbiamo rispondere agli interessi e ai bisogni delle persone che rappresentiamo.”
Lo ha detto il segretario confederale nazionale della CGIL, Maurizio Landini, che è intervenuto in una iniziativa in cui è stato presentato, ieri pomeriggio a Terni, il libro di Loris Campetti, “Ma come fanno gli operai”.
Quanto alle misure contro la povertà, come il reddito di cittadinanza, Landini ha sostenuto che secondo la CGIL ci si dovrebbe muovere in tre direzioni:”bisogna estendere gli ammortizzatori sociali, cassa integrazione e contratti di solidarietà a tutte le imprese e a tutte le forme di lavoro; bisogna migliorare ed estendere il reddito di inserimento contro la povertà; infine – ha detto Landini – abbiamo avanzato la proposta di introdurre un reddito di garanzia che vuol dire che i giovani che iniziano a lavorare, che sono disponibili al lavoro, ma non lo trovano, devono avere un sostegno quando cercano un lavoro; vuol dire che le persone che fanno lavoro precari, che non lavorano tutto l’anno, nei mesi che non lavorano devono avere un sostegno al reddito così come se ci sono processi di riconversione o di riorganizzazione ambientali complicate, che richiedono tempo, non ci deve essere nessuno che rimane a piedi. Quindi noi proponiamo di introdurre anche nel nostro paese una forma di sostegno al reddito che abbia queste caratteristiche.”
In un passaggio dell’intervista Landini ha fatto anche un riferimento all’annuncio del ministro dell’interno, Salvini, di voler schedare i Rom.
“I toni, gli argomenti e la campagna aperta dal ministro dell’interno che è arrivato a dire che intendono schedare i Rom, credo sia una cosa inaccettabile perché manda un messaggio sbagliato: in un paese che ha livelli di evasione fiscale come il nostro, livelli di corruzione come il nostro, dove la gente continua a morire sul lavoro, il problema della sicurezza in questo paese non è quello di schedare i Rom bensì quello di combattere chi fa la corruzione, chi fa l’evasione e di rimettere al centro gli interessi delle persone impedendo che ci sia una competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare.”