“Ha prevalso una scelta di saggezza e di coraggio. Abbiamo voluto mantenere vivo e aperto un presidio per offrire un momento di conforto per l’intelletto e l’anima. Abbiamo bisogno di cultura in tutte le sue declinazioni, soprattutto in questo momento.”
Così il vicesindaco nonché assessore alla cultura di Terni Andrea Giuli nella conferenza di presentazione di “Boom! Pubblicità e design tra gli anni Sessanta e Settanta”, una grande mostra incentrata sulla comunicazione visiva figlia del “boom” economico che ha interessato l’Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che verrà inaugurata alle ore 17 di sabato 31 ottobre nella Sala Carroponte del complesso museale del Caos.
“Nonostante l’emergenza sanitaria non ci siamo sentiti di rinviare questa mostra, anche per dare un segnale di positività in questo contesto difficile, ha evidenziato Carlo Terrosi presidente della cooperativa Le Macchine Celibi nonché curatore dell’esposizione, perché è una mostra che parla di un momento positivo della storia italiana. Eravamo agli inizi della società di massa, la società dei consumi, erano gli anni del boom economico, in Italia c’è una nuova dimensione di benessere, la produzione industriale raddoppia, viene inaugurata l’autostrada del Sole, l’Italia si presenta al mondo con le Olimpiadi di Roma del 1960, parte Alitalia, insomma, c’è un gran fermento. I giovani si spostano dalle campagne alle città, c’è la possibilità e la speranza di migliorare la propria condizione, le case si riempiono di elettrodomestici, televisori, lavatrici, frigoriferi. La mostra parla di questo, del lavoro di grafici, pubblicitari, designer che in questi anni hanno sperimentato nuovi materiali come ad esempio la plastica – e questo ci ricollega alla storia di Terni con la Montedison, il polipropilene – hanno inventato un nuovo rapporto con i media, nasce Carosello.”
Al Caos saranno esposti oltre 140 pezzi tra manifesti pubblicitari, serigrafie, disegni, video, elementi di arredo e pezzi di design provenienti da collezioni private, poi ci sono due sezioni monografiche dedicate ad Olivetti e all’opera di Armando Testa. Olivetti è l’azienda italiana che forse ha maggiormente legato la propria strategia di impresa alla sperimentazione e all’evoluzione del design. Il nome di Olivetti diventa, nel 1952, quello della prima azienda al mondo cui il MOMA di New York abbia mai dedicato una mostra “personale”: è qui che il design inizia a configurarsi come la punta di diamante di una politica industriale assolutamente peculiare.
Armando Testa non è soltanto colui che ha dato il nome alla più importante agenzia di pubblicità a capitale italiano: la sua importanza storica sta nell’aver traghettato la comunicazione visiva commerciale dal cosiddetto “cartellonismo” – che appartiene ancora alla storia del graphic design – verso l’advertising di stampo anglosassone.
Per Carosello ha creato campagne con personaggi comici e storie surreali presto entrati a far parte della storia del costume italiano: dalle scommesse di Nicola Arigliano per il digestivo Antonetto all’ippopotamo Pippo creato nel 1969 e ancora oggi presente nella pubblicità dei pannolini Lines. Sono di Testa anche i celebri Caballero e Carmencita del caffè Paulista, in esposizione a Terni.
“Quello che vogliamo fare con questa mostra, ha aggiunto Carlo Terrosi, è dare un segnale di ottimismo, di positività, in un contesto che sappiamo difficile, proponendo questi oggetti che sono rivolti ad un largo pubblico, perché tutti potranno ritrovarvi un elemento della propria infanzia, del proprio passato. Ma vogliamo proporre anche temi assolutamente interessanti sul rapporto tra arte e produzione industriale, tra designer e arte contemporanea.”
“La mostra attesta un passaggio chiave nell’arte contemporanea, ha evidenziato Pasquale Fameli ricercatore del Dipartimento delle Arti dell’università di Bologna nonché responsabile scientifico del Centro Arti Opificio Siri, da una dimensione verticale a quella orizzontale, con la creatività, la sperimentazione artistica che entra a far parte della nostra quotidianità.”
L’esposizione vedrà anche due momenti di approfondimento. Domenica 1 novembre alle ore 17 si terrà una conferenza online, in diretta Facebook dal profilo del Caos, con Carlo Branzaglia docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (oltre che responsabile scientifico dell’area post graduate di Ied Milano, membro del CdA della Fondazione Compasso d’Oro) un rappresentante dell’Associazione per il Design Industriale, Carlo Terrosi e Pasquale Fameli. Il 22 novembre sarà invece la volta del Professor Renato Barilli, critico d’arte e professore emerito dell’Università di Bologna che – sempre in modalità online – terrà una conferenza di approfondimento sull’Arte degli anni Settanta.
La mostra “Boom! Pubblicità arte e design tra gli anni Sessanta e Settanta” – curata da Carlo Terrosi con la consulenza scientifica di Carlo Branzaglia – sarà visitabile fino al 30 gennaio 2021 negli orari di apertura del museo, nel rispetto di tutte le procedure anti covid. Biglietto di ingresso 3 €.