Un risultato inaspettato, quello di Danilo Petrucci, che nel Gran Premio di Jerez de la Frontera arriva a un soffio dalla terza posizione dopo una gara – l’ennesima – caotica e surreale. Se è vero che le prestazioni del ternano sembravano positive va detto che non sarebbe mai arrivato a giocarsi il podio senza la carambola, innescata da Jorge Lorenzo, che ha travolto (oltre a sé) anche Andrea Dovizioso e Dani Pedrosa.
Ma andiamo con ordine. La partenza – ormai è un cliché – non ha trovato prontissimo Petrux, che dalla 9° casella si è ritrovato 11°, alle spalle persino di Maverick Viñales, oggi in forte difficoltà con la Yamaha ufficiale. Però, sempre come da copione, Danilo è riuscito a rimontare su una pista che non agevola i sorpassi: anche grazie alle cadute di Crutchlow e Rins – e non senza qualche difficoltà – il pilota di Terni è stato capace di portarsi in 7° posizione, proprio davanti al suo amico (e idolo) Valentino Rossi. Sembrava il massimo da poter raggiungere in condizioni normali. Normali, appunto. Perché a 8 tornate dal termine è accaduto l’impensabile: dopo una gara passata in 2° piazza ad ostacolare il compagno di box, Jorge Lorenzo si è reso protagonista di una collisione che ha fatto cadere Dani Pedrosa e lo stesso Andrea Dovizioso. Da lì Petrux si è ritrovato di colpo 4°, con l’opportunità di passare Iannone, a cui aveva recuperato diversi decimi nei giri precedenti. Danilone è anche riuscito a passare il connazionale, coltivando il sogno del podio fino al penultimo giro, quando il pilota Suzuki lo ha nuovamente sopravanzato.
Un’occasione sfumata, potremmo dire; ma considerando le condizioni sui generis, il 4° posto sembra quanto mai positivo, come riscatto rispetto alle scorse uscite e per i punti pesanti portati a casa. Lo pensa anche lui, che al termine della corsa ha dichiarato: «È stata una bella gara ma è chiaro che adesso ho un po’ di amaro in bocca. Pensavo di poter attaccare Iannone qualche giro prima ma mi sono dovuto difendere da Valentino. Sono comunque molto felice per questo risultato e voglio ringraziare tutto il team per il lavoro straordinario che ha fatto».
In testa, come detto, si consuma un nuovo dramma sportivo “made in Spagna”: Jorge Lorenzo, finalmente competitivo, dopo essere stato passato da Marc Marquez per il vertice, ha trascorso il resto del Gp a difendere strenuamente la 2° posizione ostacolando la rimonta del suo compagno (più veloce di lui). La strategia del maiorchino è stata semplice: frenare forte nei pochi punti utili per il sorpasso e sacrificare la velocità in curva. Una strategia che però ha fatto perdere terreno a entrambi nei confronti del battistrada. Frustrato da questo comportamento e vedendo Marquez che fuggiva, Dovizioso ha tentato il tutto per tutto infilando il rivale al termine del rettilineo più lungo – una manovra che lo ha costretto ad andare largo. Quando Lorenzo ha cercato di infilarsi in quello spazio ha prima centrato Dani Pedrosa, mandandolo a terra, e poi – per una sorta di rimbalzo – ha falciato il Dovi, consegnando a Marquez la vittoria (davanti a Zarco e Iannone) e 24 punti di vantaggio sull’italiano in campionato.
Detto della scialba prestazione delle Yamaha (Rossi ha chiuso il Gp 5°, Viñales 7°), la Ducati dovrà ora impegnarsi in una profonda riflessione su quanto accaduto. Non è la prima volta che Lorenzo “aggredisce” il suo compagno quasi fosse il peggior nemico – basti ricordare Sepang e Valencia 2017 – e Marquez è un avversario troppo forte da battere con qualcuno che rema contro dall’interno della squadra…
(Giulio Sacco)