“Otre al disagio, enorme, di dover lavorare per mesi anche in questa seconda ondata pandemica nelle condizioni più estreme, con tute, maschere, visiere, occhiali, in ambienti a volte non idonei ed in spazi ristretti, rinunciando spesso a riposi e facendo doppi turni, straordinari, reperibilità attivate, arriva anche la beffa sulle ore di lavoro non riconosciute e quindi non pagate o non recuperabili”.
A sottolineare la situazione in cui versano gli operatori della sanità è il NURSIND dell’Umbria, il sindacato delle professioni infermieristiche.
“Stiamo parlando di tutte quelle ore accumulate dal personale sanitario per le operazioni di vestizione e svestizione, che ormai tutti conoscono e che richiedono attenzione, precisione e soprattutto tempo.
Per entrare in servizio a dare puntualmente il cambio al collega che deve uscire dal turno nelle aree Covid – aggiunge il NURSIND – il personale entrante si deve recare al lavoro quasi mezz’ora prima dell’orario di servizio previsto dalla organizzazione datoriale per poter procedere puntualmente e con estrema puntigliosità alle operazioni di vestizione di tutta la “divisa di protezione” utile a poter prestare servizio in quegli ambienti e a contatto con i pazienti positivi.
Conseguentemente il personale uscente, una volta passate le consegne al collega entrante (per le quali serve a volte anche un tempo superiore ai 15-20 minuti), deve attivare le procedure di svestizione. Queste ultime debbono essere altrettanto meticolose, soprattutto per non portare il contagio fuori dal contesto lavorativo, e debbono essere seguite da operazioni di igiene personale (detersione approfondita con gel igienizzante, meglio doccia ove possibile) che richiedono ulteriore tempo, altri 20 minuti circa. Quindi ogni giorno ogni operatore regala, perché non considerate nella prestazione lavorativa svolta, più o meno 60 minuti di lavoro. Circa 20 ore di lavoro a dipendente al mese donate alle aziende!
L’ultimo CCNL del Comparto Sanità ha riconosciuto il tempo in di vestizione/ svestizione e passaggio consegne come diritto dei lavoratori (riprendendo numerose sentenze emanate dalla Cassazione grazie alle azioni legali portate avanti da NurSind), ma non è stato mai tradotto in contratti integrativi dalle 4 aziende sanitarie umbre, quindi tali norme contrattuali sono state fin qui non applicate dalle aziende umbre!”
NurSind, chiede con insistenza, con una nota inviata all’Assessore alla Salute Luca Coletto e ai Commissari delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere umbre, “l’immediata applicazione della normativa contrattuale, integrandola con iniziativa regionale per il riconoscimento del tempo di lavoro fornito per la vestizione/svestizione e passaggio consegne portandolo ad almeno 30 minuti in entrata e 30 in uscita per il personale delle aree Covid. Un atto che sarebbe un riconoscimento, seppur simbolico, all’enorme sacrificio che stanno facendo le centinaia di operatori della sanità umbra che sulle proprie spalle stanno cercando di superare anche questa seconda drammatica ondata pandemica. In caso di mancato riconoscimento del diritto da parte della Regione e delle aziende sanitarie ed ospedaliere umbre, NurSind avvierà tutte le azioni necessarie nelle opportune sedi”.