L’emergenza pandemia non ha fermato i tir della speranza che da anni partono alla volta della Bielorussia carichi di beni di prima necessità, abbigliamento e materiale scolastico, ma anche letti ospedalieri dismessi, materassi, sedie a rotelle destinati a orfanotrofi e strutture per anziani.
Nell’anno del covid, grazie alle numerose donazioni giunte alla Fondazione Aiutiamoli a Vivere, ne sono partiti due e ora nei magazzini di Terni e Cividate al Piano, in provincia di Bergamo, i volontari stanno catalogando i nuovi aiuti per caricare il prossimo tir della speranza. Anche la fondazione che ha la sede nazionale al quartiere Cospea, nata da un gruppo di volontari guidati da Fabrizio Pacifici e dal compianto Padre Vincenzo Di Bella nel 1986 per aiutare i bambini colpiti dal disastro di Chernobyl, è stata costretta a interrompere in presenza molti dei suoi progetti. Come quello dell’accoglienza dei bimbi bielorussi, andato avanti con collegamenti da remoto mentre i vari progetti sanitari sono stati garantiti attraverso l’acquisto di dispositivi di sicurezza per il personale degli ospedali.
A Terni, dove l’ong in 30 anni ha donato strumenti per l’ospedale Santa Maria per cinque milioni di euro, l’emergenza sanitaria ha bloccato i progetti di sostegno alle donne operate al seno, ma viene garantito lo sportello nutrizionale e quello psicologico, presenti al Centro Salute Donna, con consulenze a distanza.
“La pandemia ha prodotto in tutti noi la consapevolezza della fragilità dell’essere umano e delle strutture che l’uomo ha conosciuto fin qui – dice il presidente Fabrizio Pacifici, dobbiamo tornare a riscoprire i valori della fraternità, dell’uguaglianza, del porre l’economia al servizio dell’uomo. E tornare a mettere l’amore al di sopra di tutto. Questo dovrà essere la nostra riscoperta di ciò che faticosamente ideammo insieme a Padre Vincenzo Bella quando fondammo “Aiutiamoli a Vivere” sognando di aiutare tutti i bambini in difficoltà, in qualsiasi parte del mondo fossero, partendo da quelli bielorussi vittime del disastro nucleare scoppiato per la negligenza dell’uomo”.