I danni economici, anche “indiretti”, provocati all’Umbria dall’avvio della crisi sismica del 2016, potrebbero, presto, essere solo uno sgradevole ricordo. Almeno per il comparto del turismo.
Un deciso cambio di passo, in tal senso, giunge dagli ultimi dati relativi ai flussi turistici dei primi mesi del 2018, i quali mostrano una “sostanziale” ripresa del comparto in Umbria, con una crescita complessiva del 26% sul versante degli arrivi e del 2% in quello delle presenze.
“Per un lungo periodo – ha commentato il vice presidente della giunta regionale, Fabio Paparelli, che è anche titolare dell’assessorato al turismo – gli effetti del terremoto hanno condizionato l’Umbria, ma ormai, da settembre scorso, si sta registrando un incremento importante”.
Secondo l’amministratore umbro “il 2017 – almeno per questo settore – è stato l’anno dell’assestamento, il 2018 sarà, invece, quello della rinascita”. E’ con evidente soddisfazione che dall’assessorato regionale al turismo, viene accolto il dato complessivo registrato negli scorsi mesi di gennaio e febbraio, che parla di 176.736 arrivi e 403.854 presenze, evidenziando anche un tasso di occupazione medio delle camere maggiore rispetto al passato.
Al netto del cratere del terremoto, le tre maggiori “performance” vengono realizzate nei comprensori di Assisi, Orvieto e Gubbio, con percentuali di crescita, rispetto al 2017, che vanno dal 35% al 46% in più.