Non si vive di sola Ternana, anzi ci sarebbero (ci sono) questionI più importanti verso le quali profondere tutta questa veemenza e questo slancio di moralità.
Si potrebbe sintetizzare così il comunicato stampa domenicale del consigliere regionale 5 Stelle, Andrea Liberati, polemico abbastanza, sul clima di fermento che si è creato in città sulla questione del ripescaggio della Ternana, soprattutto da parte della politica.
“Dinanzi al moltiplicarsi di politici che, dal Parlamento al Comune di Terni, si accalorano per la maglia, appellandosi a equità e moralità, sovviene un interrogativo: quando mai certi colleghi -scrive Liberati – si pronunceranno con la stessa veemenza su argomenti che hanno altrettanto a che fare con la tutela vera della comunità?
Per chi si trova pro tempore in politica ribadiamo che sarebbe infatti doveroso affrontare in spirito di verità e con lo stesso senso di giustizia questioni rilevantissime, certo decisamente più scomode e impegnative, come quelle relative ai disastrosi effetti della corruzione dentro le organizzazioni pubbliche e private, da Palazzo Spada alla Diocesi alla Thyssen, salvo altro, questioni su cui davvero la città si gioca la permanenza nella cadetteria delle comunità ad alta qualità della vita. Invece, negli ultimi anni e decenni – osserva ancora il deputato regionale 5 stelle – solo un’imbarazzante omertà interistituzionale.
Con una passione almeno equivalente a quella calcistica, i politici ternani dovrebbero denunciare pure l’ingiustizia di una Regione che ha concentrato altrove il 95% dei propri uffici, facendo figli e figliastri. Eppure, anche qui, non si ricorda un solo eletto ternano proferire alcunché al riguardo da 50 anni a questa parte.
Nondimeno, i medesimi politici dovrebbero avviare una pugna volta ad avere in loco sedi universitarie di qualità, contro la desertificazione culturale che nutre l’ignoranza generale, alimentando conseguentemente una forte divergenza di prospettive per Terni rispetto al resto dell’Umbria e dell’Italia, mentre troppi diplomati e laureati sono costretti da molto tempo a lasciare la città.
Sarebbe bello – aggiunge Liberati – se la politica locale lavorasse anche su battaglie di dignità, a servizio degli ultimi, ad esempio finalmente erogando il Comune il contributo di autosistemazione a quelle decine di famiglie rimaste senza casa -pure a Terni- dopo la crisi sismica del 2016. Nemmeno su questo si ode, però, l’interesse dei colleghi: quelle famiglie non ricevono le spettanze dovute dal novembre 2017, nove mesi fa. Che facciamo? Non basterà portarli allo stadio, con la logica bimillenaria del panem et circenses.
Se i politici ternani avessero utilizzato per altri argomenti un decimo dei toni dispiegati per le Fere, forse avremmo già inaugurato l’ospedale nuovo della città, anziché tenerci il più vecchio dell’Umbria.
Frattanto, in un simile deserto culturale, valoriale e contenutistico, avanzano la cultura dello sballo e delle droghe, in particolare la cocaina, su cui Terni può vantare primati nazionali, pareggiando un triste derby con Perugia.
E’ un grave allarme – conclude Liberati – che, in attesa di ipotetici ripescaggi, chiama gli eletti tutti a dare subito l’esempio, con un segnale di fermezza contro le dipendenze: ognuno si sottoponga a un’analisi delle urine o del capello, proprio sul modello più sano di quello sport cui oggi taluni rivolgono improbabili appelli.”