Al Santa Maria di Terni ha inizio il processo di rivisitazione organizzativa che caratterizzerà l’ospedale del futuro, sempre più centrato sul paziente, secondo un nuovo modo di pensare l’ospedale che si sta affermando in Italia e che prevede l’articolazione dell’assistenza e delle risorse per intensità delle cure e complessità assistenziale. Il progetto e il suo programma di sviluppo sarà presentato il 17 giugno (ore 8,30-17,30) nell’aula 1 ‘Camillo Valori’ della facoltà di Medicina e Chirurgia, in un incontro che coinvolgerà i professionisti non soltanto dell’ospedale ternano ma anche di altre realtà italiane pioniere di questo nuovo modello organizzativo.
“Si tratta di realizzare un nuovo assetto organizzativo – spiega Maurizio Dal Maso, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni e responsabile scientifico del convegno di studio – orientato a superare l’organizzazione per unità operative, che in alcuni casi si è rivelata non più funzionale alle esigenze dei pazienti, non sempre efficiente dal punto di vista produttivo e a volte anche non adatta a garantire la qualità, la sicurezza e l’integrazione clinica e assistenziale in una logica di percorso clinico e diagnostico-terapeutico”.
“Le variabili da gestire per favorire il cambiamento organizzativo e costruire un ospedale a misura di paziente – prosegue Dal Maso – sono numerose e vanno analizzate attentamente. E questo convegno ha appunto lo scopo di aprire un confronto con quelle realtà italiane che hanno già intrapreso questo percorso, per definire e condividere le strategie con cui ridisegnare i percorsi assistenziali e i processi, per valutare i vantaggi per i cittadini e le eventuali criticità in termini di qualità dell’assistenza, ma, soprattutto, per valutare l’impatto sulla gestione delle aree produttive (sala operatoria, area di degenza) e sulla gestione del personale, perché implementare l’organizzazione dell’ospedale per intensità di cura implica prima di tutto un cambiamento nel modo di lavorare dei professionisti, che sono motivati ad aumentare il senso di appartenenza aziendale e l’innovazione scientifico professionale”.