Nel 2024 in Umbria sono stati spesi un miliardo e 264 milioni di euro in beni durevoli, con una crescita del 6,9% rispetto al 2023, la percentuale più alta in Italia insieme alla Valle d’Aosta, e superiore di oltre due punti alla media nazionale (+4,5%).
Stando alle rilevazioni dell’Osservatorio annuale dei consumi di Findomestic (Gruppo BNP) in collaborazione con Prometeia, giunto quest’anno alla sua trentunesima edizione, “alla crescita hanno contribuito soprattutto i comparti legati alla mobilità – sostiene Claudio Bardazzi, responsabile Osservatorio Findomestic – con aumenti della spesa del 14.1% per le auto nuove e del 12,8% per quelle usate, andamenti in entrambi i casi più dinamici rispetto all’Italia e all’area di riferimento. Più limitata, invece, la crescita degli acquisti di motoveicoli. Tra le altre voci hanno chiuso il 2024 con un aumento la spesa per gli elettrodomestici e per la telefonia. Risultano in flessione, invece, gli acquisti di mobili e il calo della spesa prosegue anche per elettronica di consumo e information technology, in quest’ultimo caso con un andamento peggiore sia rispetto al Centro che al dato medio nazionale”.
Nello specifico, in Umbria gli acquisti di auto nuove hanno raggiunto quota 300 milioni, quelli di auto usate 411 milioni e quelli di motoveicoli 33 milioni con una progressione del 6,9%.
Per gli elettrodomestici sono stati spesi 88 milioni (+2,1%), cifra di poco superiore alla telefonia: 83 milioni e +1,3%.
Nel panorama dei beni per la casa, il primato resta ai mobili (295 milioni) nonostante il calo dell’1,1%. Seguono information technology con 29 milioni (-6,6%) ed elettronica con 24 milioni (-4,9%).
Le famiglie dell’Umbria, nel 2024, hanno speso mediamente 3.257 euro, ottavo posto nella classifica delle venti regioni italiane, 137 euro in più rispetto al dato del Centro Italia e 310 sopra a quello nazionale.
Tra le due province umbre si nota una certa differenza: nel capoluogo di regione è di 3.362 euro di spesa per famiglia, a Terni non supera i 3000 euro (2.963), sotto la media del Centro.
Con questi valori, le due province risultano rispettivamente 36esima e 56esima nella graduatoria delle 107 province italiane per livelli di spesa.
Nel 2024 gli abitanti di Terni hanno speso 303 milioni di euro in beni durevoli, il 5,8% in più rispetto al 2023, dato che colloca Terni al 24° posto nella graduatoria delle 107 province italiane.
Nonostante i numeri più bassi rispetto al capoluogo, la provincia ha registrato buone performance in quasi tutti i comparti dei durevoli, specialmente nella mobilità. Per le auto nuove (71 milioni) la variazione del +8,2% supera di gran lunga la media nazionale del +5,2%, mentre per le auto usate (98 milioni) l’espansione percentuale è addirittura superiore a quella di Perugia ed è la decima più alta in assoluto in Italia: +13,8%.
Bene anche gli acquisiti di motocicli che salgono del 6,7% (in questo caso sotto la media italiana) a quota 9 milioni di euro. Nell’ambiente domestico è il segmento dei mobili a guidare gli acquisti con 70 milioni totali (-1,4%), un valore più ampio rispetto ai 22 milioni investiti negli elettrodomestici (+2%) e ai 21 impiegati nella telefonia (+0,7%).
L’andamento è negativo anche per l’elettronica di consumo (5 milioni a -5,6%) e l’information technology (7 milioni a -6,8%).
Secondo l’Osservatorio annuale dei consumi di Findomestic, a Perugia si rileva il quinto miglior incremento percentuale di tutto lo Stivale negli acquisti di beni durevoli e la prima dell’Umbria.
Nel 2024 la crescita è pari al 7,3% con i consumi totali che passano da 895 a 961 milioni di euro. Con una spesa media per nucleo familiare di 3.362 euro, in salita del 7,1% sul 2023 è la terza provincia tra le 107 italiane).
I perugini hanno impiegato 229 milioni per le auto nuove con un’accelerazione del 16%, doppia rispetto a Terni e sesto posto assoluto a livello nazionale per crescita. Nel settore dell’auto usata gli acquisti sono stati di 313 milioni (+12,5%) e in quello dei motoveicoli 24 milioni a +7%.
Sono in positivo anche i segmenti degli elettrodomestici (la spesa passa da 65 a 67 milioni con +2,1%) e della telefonia (62 milioni, +1,6%). Il mercato dei mobili subisce, invece, una lieve contrazione dell’1% a 225 milioni totali.
Più consistenti le perdite per information technology (6,6%, 22 milioni) e per elettronica (4,7%, 19 milioni).