A Terni il calo delle nascite è preoccupante e non deve trarre in inganno il fatto che nel 2017, rispetto al 2016, siano nati 10 bambini in più:707 contro 697.
Non deve trarre in inganno perché il calo delle nascite è un dato costante negli ultimi 20 anni.Non solo, come spiegano i tecnici dei servizi statistici “le donne ternane in età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una propensione decrescente ad avere figli”.
“Le generazioni più giovani sono sempre meno folte e scontano l’effetto del cosiddetto baby-bust, ovvero la fase di forte calo della fecondità del ventennio 1976 -1995. Al contrario le donne che si stanno avviando a concludere l’attività riproduttiva sono le cosiddette baby-boomers (ovvero le donne nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta) anni in cui si sono toccati i valori più alti di natalità e a Terni nascevano più del doppio dei bambini che nascono oggi. E il fenomeno è destinato a peggiorare nei prossimi anni: se si considera infatti il numero di donne che entrano nel periodo considerato fecondo (convenzionalmente fissato tra 15 e 49 anni), questo risulta di gran lunga inferiore a quello delle donne che ne stanno uscendo. Se contiamo le donne che nei prossimi 10 anni entreranno nell’età feconda queste arrivano a poco più di 8.000. Le donne invece che nello stesso periodo di tempo usciranno dall’età riproduttiva ammontano a oltre 14.000. Si tratta di 6.000 potenziali mamme in meno e quindi come logica conseguenza i nati saranno ancora di meno rispetto ad oggi. Per le straniere la situazione è ancora più evidente: ne entreranno in età riproduttiva meno della metà rispetto a quelle che usciranno”.
Quanto alla propensione a fare sempre meno figli, nella elaborazione dei dati ISTAT emerge il secondo motivo che sta determinando la crisi delle nascite “la diminuzione del tasso di fecondità totale, ovvero del numero medio di figli per donna, che continua a scendere. A Terni quest’anno si registrano 1,2 figli per donna, valore più basso del valore nazionale pari a 1,3 e ben al disotto di quello necessario per garantire un corretto ricambio generazionale. Rispetto al resto della nazione nella nostra città la situazione appare ancora più preoccupante, sia perché le residenti italiane si accontentano di procreare in media 1,1 figli per donna, contro il dato nazionale pari a 1,24, sia perché le mamme straniere residenti a Terni, dimostrano una fecondità minore rispetto a quelle del resto della nazione con un tasso di fecondità totale per le mamme straniere pari a 1,4 a fronte del 1,98 per l’intera nazione. Ciò dipende dall’area di provenienza delle straniere ternane, principalmente europea, mentre in altre realtà è maggiore la presenza di cittadine provenienti dall’Africa, continente che ha sempre mostrato valori di fecondità ben più elevati. Tendenzialmente a Terni, in linea con l’andamento nazionale la fecondità delle straniere sta costantemente diminuendo cosi come sta crescendo l’età al primo figlio”.
Altro problema infatti, che contribuisce alla bassa fecondità, è la scelta di posticipare sempre più il momento in cui avere figli e l’età media al parto si attesta quest’anno a 33 anni per le madri italiane e a 30 per le straniere, valori anche in questo caso superiori alla media nazionale (rispettivamente pari a 32,4 e 28,7 anni).
CURIOSITA’: a Terni dei nati nell’anno poco più della metà è figlio di genitori sposati, dieci anni fa quasi l’80% dei bambini nasceva invece all’interno del matrimonio e nel 2000 soltanto il 5% dei nati aveva genitori non sposati. Un fenomeno particolarmente rilevante nella nostra città, se si considera che nel resto d’Italia ancora il 70% dei nati proviene da una coppia unita in matrimonio.