L’Umbria, in base alle dichiarazioni dei redditi Irpef presentate al fisco, nel 2017 (riferite all’anno di imposta 2016), nonostante qualche passo avanti è ancora sotto del 4,4% rispetto ai livelli del reddito complessivo pre-crisi. Il che, in valori assoluti, significa che per tornare ai livelli del 2008 mancano ancora 557 milioni di euro. Nel 2017, infatti, complessivamente i contribuenti umbri hanno dichiarato redditi Irpef per 12,141 miliardi di euro, mentre in termini reali (ossia tenendo conto del 9,5% di inflazione intercorsa nel periodo), nelle dichiarazioni presentate nel 2009 (anno di imposta 2008) ne avevano dichiarati per 13,28 miliardi.
Lo si legge in un Report di Mediacom 043, diretto da Giuseppe Castellini, che fa riferimento ai dati del ministero dell’economia e delle finanze sui redditi complessivi dichiarati nei Comuni umbri nel 2017.
La marcia di avvicinamento per recuperare i livelli pre-crisi, benché più lenta della media (l’Italia è ancora sotto dell’1,6%, l’Umbria come detto del 4,4%), tuttavia è in atto. Da due dichiarazioni dei redditi, infatti, l’Umbria mostra un incremento del reddito complessivo, benché sempre inferiore all’aumento medio nazionale. Nell’ultima dichiarazione dei redditi (quella presentata nel 2017) l’aumento in termini reali rispetto all’anno precedente è dello 0,9% (la media nazionale è superiore, +1,3%), in quella precedente (ossia nelle dichiarazioni presentate nel 2016) c’era stato un incremento dell’1,3% (la media nazionale era però anche in questo caso più alta, +1,8%).
Insomma, torniamo a crescere adagio, ma torniamo a crescere. Anche se dobbiamo recuperare più degli altri e dobbiamo sempre tenere d’occhio cosa fa il Centro-Nord, per non perdere ulteriormente terreno e fermare la discesa verso il Sud. Avanzare infatti non basta, occorre vedere cosa fanno gli altri. Se si avanza, ma meno degli altri, si perde terreno. Un concetto che, negli ultimi 20 anni, è stato poco considerato dalle Istituzioni umbre, col risultato che ci siamo trovato a perdere molto terreno nei confronti del Centro-Nord quasi senza accorgersene, almeno fino a quando non è scoppiata la grande recessione
Che una ripresa dei redditi complessivi in Umbria ci sia lo dimostra anche il fatto che, nelle dichiarazioni presentate nel 2016, solo 4 comuni umbri su 92 avevano recuperato i livelli pre-crisi, mentre nelle ultime dichiarazioni dei redditi (quelle presentate nel 2017) i municipi che hanno recuperato – e in alcuni casi superato non di poco – i livelli pre-crisi salgono 21. Ma restano sotto la soglia pre-crisi ben 71 municipi.
Questi i primi 10 comuni della regione che hanno raggiunto e superato i livelli pre-crisi:
Citerna (+6,5%), Sant’Anatolia di Narco (+6,1%), Corciano (+5,8%), Giano dell’Umbria (+4,6%), Attigliano (+3,8%), San Gemini (+3,5%), Penna in Teverina (+1,8%), Torgiano (+1,7%), Cannara (+1,5%), San Giustino (+1,4%). Seguono Assisi (+1,2%) e Città della Pieve (+0,6%).
Al contrario le maglie nere dei dieci comuni umbri che invece sono più distanti dal reddito complessivo che presentavano prima della recessione sono Preci, ultimo in graduatoria (-20,7%), Monteleone di Spoleto (-19,5%), Poggiodomo (-15,4%), Acquasparta (-13,8%), Polino (-13,7%), Parrano (-13,5%), Scheggia e Pascelupo (-13,3%, Nocera Umbra (-12,3%), Fossato di Vico (-12%) e Costacciaro (-11,9%).
Se si tengono in considerazione solo i comuni umbri più grandi, e quindi più significativi, quelli con più di 10mila abitanti, 6 su 18 hanno recuperato i livelli pre-recessione e in alcuni casi sono andati sopra questo livello in modo interessante. In testa brilla la ‘stella’ di Corciano, dove le dichiarazioni Irpef 2017 mostrano un aumento del reddito complessivo del 5,8% rispetto a quello pre-crisi. Il secondo miglior risultato è quello di San Giustino (+1,4% sui livelli pre-recessione), quindi Assisi (+1,2%). Superano, anche se di pochissimo, la soglia del reddito pre-crisi anche Bastia Umbra (+0,3%) e Umbertide (+0,1%). Magione raggiunge la soglia pre-recessione ma non la supera.
Tra i municipi umbri con più di 10mila abitanti che sono ancora sotto i peggio messi sono Gualdo Tadino (-8,3% rispetto al reddito complessivo pre-recessione), Narni (-8%) e Terni (-8%). Quindi Spoleto (-6,8%), Gubbio (-6,4%), Todi (-6,3%), Perugia (-5,7%). Foligno marca -3,9%, Marsciano -3,4%, Orvieto -3,1%. Quindi Città di Castello (2%) e Castiglione del Lago (1,9%).
Però, l’ultima dichiarazione dei redditi segnala che l’Umbria si è rimessa in movimento. Infatti n
ell’ultimo anno fiscale l’Umbria mostra un incremento del reddito Irpef complessivo dello 0,9% (+110,3 milioni), passando da 12,031 a 12,141 miliardi di euro. La media nazionale come detto è superiore (+1,3%) e nella graduatoria della crescita l’Umbria resta, comunque, nella fascia bassa. Insomma torniamo a crescere, ma meno della media e soprattutto meno del Centro-Nord, perdendo quindi ulteriore contatto.
Dei 92 comuni umbri, nell’ultimo anno fiscale il reddito complessivo cresce in 74 e cala in 18, certificando l’aria di ripresa. Da rilevare che tra i 18 che calano c’è Todi (unica realtà superiore a 10mila abitanti con il segno meno) e comuni come Nocera Umbra (-0,2%) e Tuoro sul Trasimeno (-0,5%). In cima, tra i municipi dove la crescita del reddito complessivo nell’ultimo anno fiscale 2017-2016 è più forte, si sono realtà piccole e piccolissime come Monte Santa Maria Tiberina (5,4%) e Polino (+5,1%). Quindi Montecastrilli e Penna in Teverina (entrambe + 4,4%), a seguire Giano dell’Umbria e Attigliano (entrambe +4,1%).
In coda comuni dell’area del terremoto come Norcia, Preci e Cascia, per i quali il dato della variazione del reddito reale dipende dal colpo subito con il sisma. Subito sopra, tra i comuni con l’andamento peggiore, ci sono Arrone (-4,8%), Monteleone di Spoleto (-4,7%), Costacciaro (-4,1%), Montegabbione (-4%), Scheggia e Pascelupo (-3,8%), Scheggino (-2%).
Certamente più significativi i dati dei comuni con più di 10mila abitanti. Se Todi nell’ultimo anno fiscale è l’unico tra i municipi maggiori dove il reddito complessivo cala (-0,7%, che vale un arretramento di 1,453 milioni di reddito Irpef annuo), quello che va meglio è Magione (+3,7%, quasi 7 milioni in più in un anno di reddito complessivo Irpef), che con questo aumento torna ai livelli pre-crisi, anche se come detto non li supera. Seguono Bastia Umbra (+2,7%, +7,63 milioni di euro), Umbertide (+2,1%, +4,5 milioni), Corciano (+2%, +6,21 milioni), Assisi (+1,8%, +6,8 milioni), San Giustino (+1,7%, + 1,6 milioni), Città di Castello (+1,3%, +7,35 milioni), Gubbio (+1,1%, +4,36 milioni), Foligno (+1%, +7,9 milioni), Castiglione del Lago (+0,9%, +1,74 milioni), Spoleto (+0,8%, +4,18 milioni), Orvieto (+0,8%, +2,37 milioni), Narni (+0,7%, +1,74 milioni), Gualdo Tadino (+0,4% +823mila euro), Terni (+0,4%, +6,58 milioni), Perugia (+0,4%, +9,28 milioni), Marsciano (+0,3%, +741mila euro).
Da notare la simmetria (+0,4%) tra l’andamento del reddito complessivo a Terni e a Perugia e la posizione nella parte bassa di entrambi i capoluoghi nella graduatoria dei comuni con più di 10mila abitanti.
“Gli ultimi dati del ministero dell’Economia e delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi 2017 – afferma il direttore del settore Datajournalism di Mediacom043, Giuseppe Castellini – confermano che l’Umbria ha messo alle spalle la recessione, ma che la strada per tornare ai livelli pre-crisi non è in piano, perché il recupero della regione è più lento della media italiana e, crescendo meno di molti altri, l’Umbria continua a perdere terreno in termini relativi, soprattutto con il Centro-Nord. Inoltre – continua Castellini – ancora ben 71 comuni su 92 presentano un reddito complessivo più basso, spesso di non poco, rispetto al 2008, quando alla fine di quell’anno scoppiò la crisi finanziaria che dal 2009 produsse i suoi inevitabili effetti sull’economia reale. La regione, insomma, segue con ritardo (come peraltro sua caratteristica peculiare all’interno dei cicli economici) la ripresa in atto nel Paese, anch’essa peraltro non fortissima se si tiene conto di quanto si è perso durante la recessione, e non sembra aver trovato solidi trampolini di lancio, benché segnali di vivacità emergano in vari territori come in alcuni comuni dell’area del Trasimeno, a Corciano, ad Assisi e Bastia e anche in comuni come Torgiano. L’area appenninica resta indietro, nonostante qualche timido risveglio a Gubbio e Gualdo ma non, ad esempio, a Nocera. Non buono il dato di Perugia, che è ancora sotto del 5,7% rispetto al reddito complessivo che aveva prima della recessione e che nell’ultimo anno fiscale sale solo dello 0,4%, lo stesso dato di Terni. Terni e Narni appaiono in serio ritardo rispetto al recupero dei livelli pre-crisi e la crescita del reddito che mostrano nell’ultimo anno fiscale non sembra tale da far presagire che quel livello sarà raggiunto tanto presto. Debole anche l’Orvietano.