“ Il bilancio di fine anno nell’utilizzo della cassa integrazione – sottolinea l’Esecutivo della UIL di Terni – ci mostra un territorio in profonda crisi che richiede a tutti, a partire dalle istituzioni locali, un più consistente impegno”.
In base ai dati dell’11° rapporto sulle ore di cassa integrazione in Italia, elaborati dalla UIL, infatti, emerge che è proprio Terni la provincia italiana con l’aumento più alto nel 2015 rispetto al 2014 di cassa integrazione (+ 32.7%). Il dato è ancora più preoccupante se si considera la sola cassa integrazione straordinaria che per la provincia di Terni ha visto un aumento addirittura del 136.1%.
Nel dettaglio si può desumere che sono in calo le ore di cassa ingtegrazione ordinaria che, nel 2015, sono state 688.045 contro le 960.781 del 2014 , con un decremento pari al 28,4% ; allo stesso tempo, però, c’è stata un aumento vertiginoso delle ore di cassa integrazione straordinaria che sono passate dalle 587.182 del 2014 a 1.386.164 del 2015, +136,1%; infine, le ore di cassa integrazione in deroga che erano state 591.607 nel 2014 sono passate a 766.014 , nel 2015, +29,5%.
Complessivamente le ore di cassa integrazione nel 2014 a Terni sono state 2.139.570 contro le 2.840.225 del 2015 con un aumento, appunto, del 32.7% che colloca la nostra provincia al primo posto in Italia per aumento delle ore di cassa integrazione.
Un dato quello ternano in controtendenza con quello nazionale che vede, nell’ utilizzo della cassa integrazione straordinaria, una flessione del 29.2% rispetto all’anno precedente e una flessione anche di quella ordinaria del 28.1% e di quelle in deroga che, attestandosi in 97.5 milioni di ore, ha una diminuzione del 58.9% rispetto al 2014.
“I
l dato del ternano – sottolinea la UIL – è decisamente peggiore anche a quello complessivo della regione Umbria che registra una diminuzione del 11.9% di ore di cassa integrazione rispetto al 2014.
Ciò dovrebbe comportare una diversa politica economica che non si vede all’ orizzonte sia in termini di scelte strategiche sia per quanto riguarda politiche economiche favorenti la ripresa come il sostegno ai consumi e politiche fiscali adoperate a sostegno di salari e pensioni.”
Preoccupazione viene espressa dalla UIL anche per ciò che potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi con l’entrata in vigore del Jobs Act in tema di ammortizzatori sociali.
“Infatti – conclude la UIL – nonostante l’allarme del sindacato e di molti osservatori, la nuova cassa integrazione subirà forti limiti sia per la durata (massimo 24 mesi in 5 anni) sia per l’effetto indotto dall’alto costo che un’azienda, peraltro in crisi, dovrà sopportare in termini economici (ticket di accesso).
Tutto questo, appunto, in un quadro economico ancora incerto potrebbe indurre molte imprese a rinunciare a combattere (ristrutturarsi per ripartire) e procedere per la strada, socialmente grave, della riduzione parziale o totale di personale.”