L’utile. E’ l’unico imperativo quando a farla da padrona è la finanza. E siccome l’Ast ha chiuso in utile tutti sono soddisfatti. Soddisfatti, ma chi e dove? Soddisfatti i manager, e così i proprietari che ancora sono i tedeschi della ThyssenKrupp. Ma lo scopo di un’impresa non è solo quello di far quadrare i conti. A costo di rischiare di sentirsi dire che uno è di sinistra – ormai è come avere una malattia venerea – è utile ricordare che scopo di un’impresa è quello di far crescere la società. Intesa non come Società per azioni, ma come comunità di persone.
Ma la comunità ternana, quando si parla delle sue acciaierie si trova oggi davanti ad una serie di incertezze. La ThyssenKrupp vende o non vende? E a chi? Chi comprerà una fabbrica che fa utili, sì, ma che sta diventando monoproduttiva? Perché sembra si vada appresso solo alla produzione che assicura maggiori guadagni, l’acciaio inossidabile. Anche se è quello il core business che porta il grano in cassa e che permette di sbandierare il livello degli utili, almeno per ora, forse non è vantaggioso, mentre si sostiene che lo sviluppo dev’essere basato sulla diversificazione e sulle competenze, lasciar languire la società delle fucine, considerare come una zavorra la produzione di titanio, esternalizzare servizi che mai si sarebbe creduto possibile affidare fuori della fabbrica. Non tecnicamente, intendiamoci. Ma affidarsi a ditte esterne persino la manovra dei carriponte, seppure limitatamente a certe operazioni. appare davvero una “novità”.
In sostanza l’unica certezza è costituita al momento che l’annata si è chiusa con guadagno. Il resto, però, fa nascere dubbi e incertezze. Ed i primi a soffrirne sono – ovviamente – i lavoratori delle acciaierie i quali si sonno stufati da un pezzo di dover pagare loro il conto. Meritano alcune spiegazioni su cosa si vuol fare? E la comunità ternana merita o no di sapere quali scenari si profilano all’orizzonte per la sua fabbrica principale?
Tutti zitti, a viale Brin. E nessuno che dal centro cittadino o da Perugia chieda lumi.
Per forza bisogna ripartire dagli scioperi.