Si preannuncia una ripresa dei lavori particolarmente tesa per la filiera italiana dell’ acciaio inossidabile.
Secondo quanto riportano all’ ANSA fonti di mercato, oggi le importazioni dalla Turchia avrebbero raggiunto la quota trimestrale imposta dalla Commissione UE in largo anticipo rispetto alla scadenza di fine settembre.
La dinamica contribuirà ad acuire la tensione sul mercato già di per sé molto elevata dopo che il 22 agosto erano state le importazioni da Taiwan a raggiungere il tetto stabilito da Bruxelles.
“Il mese di settembre di fatto si apre con zero importazioni se pensiamo anche che al massimo fra 8 giorni le quote dalla Sud Corea saranno esaurite – sostiene un imprenditore siderurgico – i clienti oramai pur di avere il materiale in casa sono disposti a pagare il 25% di dazio. Temo che assisteremo a forti rincari di prezzo nelle prossime settimane. Occorre fare di tutto per far sì che il prossimo anno il sistema delle quote non venga esteso.
Le aziende sono con l’ acqua alla gola”.
La maggioranza dei direttori acquisti tuttavia non sembra essere pronta ad accettare rincari di prezzo tanto elevati: “il prezzo dell’ inox veleggia oramai su livelli che non siamo in grado di sostenere – spiega sempre all’ ANSA il buyer di una multinazionale – penso che saranno molte le aziende costrette a chiudere la produzione e mettere i dipendenti in cassa integrazione, nonostante il materiale giaccia ora fermo in porto”.