Acea si appresterebbe a bruciare a Terni ulteriori 30 mila tonnellate annue di rifiuti provenienti da un bacino territoriale “vicino” ma non specificato. E’ quanto emerge dalle richieste per ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale
PD CONTRARIO.”AMBIENTALISTI E 5 STELLE FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE, COME HANNO GIA’ FATTO IN PASSATO”
Sulla vicenda è intervenuto il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Spada, Francesco Filipponi
“”In merito agli elaborati progettuali presentati da Acea nell’ambito della richiesta di Via per l’inceneritore di Maratta, dove l’azienda vuole estendere le tipologie di rifiuti da bruciare addirittura per un totale di 30 mila tonnellate annue derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti da scarti della differenziata , l’intero gruppo del Partito Democratico – scrive Filipponi – sostiene la propria contrarietà al provvedimento, il quale è in contrasto palese con la programmazione regionale in materia.
Inoltre intendiamo chiedere chiarimenti immediati rispetto a quanto dichiarato da Acea nella documentazione per l’approvvigionamento da un bacino di rifornimento dei rifiuti relativo al territorio circostante. Occorre quindi capire se esistono accordi con soggetti che trattano i rifiuti per capire costi e risvolti. Ricordiamo che già oggi sono previsti incentivi pubblici per l’energia prodotta dalla combustione del pulper.
La richiesta di Acea rispetto alla frazione residua dei rifiuti urbani – aggiunge il consigliere PD – può avere come obiettivo quello di diventare polo di incenerimento di riferimento umbro/laziale, andando ad ipotecare future decisioni strategiche.
Pertanto chiediamo con forza a chi si candida alla guida della Regione di tenere a mente queste riflessioni nel prendere la decisione più saggia per la tutela della nostra città. Noi presenteremo in sede consigliare un nostro atto con motivazioni forti al fine di evidenziare tutte le criticità di questo iter teso ad estendere le tipologie di rifiuti da bruciare per 30 mila tonnellate annue.
Chiediamo altresì – conclude Filipponi – al fronte ambientalista, che in passato si è attivato per vicende molto meno allarmanti, sempre riguardanti l’inceneritore, di far sentire la proprio voce. Chiediamo all’attuale maggioranza e al movimento Cinque Stelle di far sentire la propria opinione, nella speranza che il silenzio registrato sia dovuto alle ferie estive e non alla volontà di non disturbare la potente municipalizzata della città di Roma”.
COMITATO NO INCENERITORI: L’AUTORIZZAZIONE ARRIVERA’ DALLA NUOVA GIUNTA REGIONALE DOPO IL 27 OTTOBRE?
Anche il comitato “No Inceneritori” fa sentire la sua voce.
“L’iter autorizzativo del procedimento che dovrà consentire, o impedire, ad Acea di bruciare una quota di rifiuti urbani va avanti. Le nuove integrazioni non sono altro che un aggiustamento progressivo che consente a tutte le istituzioni coinvolte di poter dire che “meglio di così non si poteva fare, nulla di più si poteva ottenere,abbiamo ulteriormente abbassato i limiti etc”. Così è stato anche per l’autorizzazione ottenuta dall’altro inceneritore, Terni Biomassa. E’ inutile cercare altra ratio.
Ma non esiste una normativa che blocca per sua natura la decisione politica. In passato la Provincia di Terni si oppose chiaramente al progetto di sperimentazione Asm-Printer, e difatti non venne autorizzato nessuno spostamento di rifiuti dall’inceneritore dell’azienda pubblica verso quello del gruppo Tecnofin. In realtà era solo per favorire lo spostamento verso Acea, ma questa è ormai storia locale.
Allora è opportuno – scrivono i No Inceneritori” che a questa autorizzazione si arrivi con una Giunta politica con pieni poteri. La nuova giunta potrà prendersi il tempo necessario, richiedere ulteriori chiarimenti e modifiche, ma soprattutto decidere se consentire ad una azienda di andare palesemente contro la programmazione regionale in materia di rifiuti. Con la stessa frazione di rifiuti richiesta da Acea infatti, la Regione ha previsto di produrre combustibile solido secondario (CSS) da mandare fuori regione (scelta da noi e da molti altri non condivisa perché rappresenta di fatto un limite al ribasso alla raccolta differenziata).
E in ultimo un elemento ma di non poco conto. Acea nella documentazione riporta come bacino di rifornimento dei rifiuti il territorio circostante. Quale? Terni/Umbria? Oppure il nord del Lazio? Perché il Sindaco Latini – conclude il comitato – non richiede documentazione ad Acea attestante dei preaccordi con società che come la nostra Asm trattano i rifiuti e relativi costi di smaltimento?”
Già oggi l’impianto riceve milioni di euro di incentivi pubblici per l’energia prodotta dalla combustione del pulper, la scelta quindi di richiedere la frazione residua dei rifiuti urbani ha una sua strategicità economica e anche molto politica: diventare il nodo di incenerimento umbro e dell’alto Lazio, condizionare così la programmazione regionale, e garantirsi altri venti anni di funzionamento e il doppio guadagno: uno dal conferimento pagato dalla nostra TARI e uno dagli incentivi tramite bolletta elettrica come già oggi. Non male vero?
CADUTO NEL VUOTO L’APPELLO DEL SINDACO LATINI AD ACEA AFFINCHE’ RITIRASSE LA SUA RICHIESTA. COSA CHIEDEVANO IL SINDACO E L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, SALVATI, LO SCORSO MARZO
“Invochiamo un atto di responsabilità da parte di ACEA nel ritiro dell’istanza” scrivevano il sindaco Leonardo Latini e l’assessore all’ambiente Benedetta Salvati, in una nota a firma congiunta inviata alla Regione Umbria, all’Auri e al gestore dell’impianto di incenerimento di Maratta, in riferimento all’istanza presentata da ACEA di implementazione dei rifiuti destinati allo smaltimento nell’inceneritore, provenienti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani.
Le valutazioni che l’Amministrazione comunale sta facendo sull’istanza Acea e sulla situazione del ciclo dei rifiuti, scrivono il sindaco e l’assessore, sono molto serie e approfondite.
“Abbiamo evidenziato che la programmazione dei flussi di rifiuti stabilita nel Piano Regionale dei rifiuti aggiornato al 2015, prevede uno scenario diverso dal recupero energetico tramite termovalorizzazione diretta in favore del recupero massimo di materia. Nell’ottica dell’investimento su impianti che vadano in questa direzione, ASM Terni ha presentato ad AURI, che si sta occupando della redazione del piano d’ambito facendo valutazioni sui fabbisogni impiantistici di nuova realizzazione, il progetto di un impianto che possa soddisfare questo tipo di scelta. Un impianto che prevedrà trattamenti e valorizzazione dei rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata, promuovendo così il potenziamento del segmento impiantistico relativo al pretrattamento, avvio effettivo al riciclaggio del materiale recuperato”.
“Nello scenario descritto la Regione sarà vincolata dalla sua programmazione nel concedere in autorizzazione rifiuti codice 19.12 provenienti dal circuito dei rifiuti urbani e quindi il gestore potrebbe ottenere esclusivamente un ulteriore codice di rifiuto speciale da incenerire proveniente chissà da dove”.
“Per questo – come detto – invochiamo un atto di responsabilità da parte di ACEA nel ritiro dell’istanza”.
“In una situazione ambientale difficile come quella di Terni – proseguono il sindaco Latini e l’assessore Salvati – questo tipo di impianti che continuano a lavorare e ad impattare sulla città al solo fine di creare profitto economico per i proprietari, non sono più ragionevolmente compatibili con il nostro territorio”.
“Se nonostante la nostra richiesta il procedimento dovesse comunque continuare – concludevano il sindaco e l’assessore – il Comune di Terni ha già chiesto tutte le integrazioni di tipo tecnico necessarie e si esprimerà con i pareri di competenza in ambito di urbanistica, edilizia e acustica riservandosi se necessario di esercitare i poteri sanitari previsti dagli articoli 216-217 del RD 1934 in fase di istruttoria anche sulla base della Valutazione di impatto sanitario VIS di competenza della azienda USL”.