Narni Città Teatro, promosso da LVF – Comune di Narni, realizzato in collaborazione con il Comune di Narni, con il contributo di MIC – Ministero della Cultura e della Fondazione Cassa di Risparmio Terni e Narni è un festival multidisciplinare di teatro, danza, musica con la direzione artistica di Francesco Montanari e Davide Sacco che in pochi anni è diventato un luogo stabile di confronto e di sperimentazione a livello internazionale.
Il festival si terrà, dopo l’anteprima mercoledì 4 giugno con Alessandro Bergonzoni, a Terni, da venerdì 6 a domenica 8 giugno a Narni, con una programmazione composta da spettacoli di teatro, danza, musica, circo contemporaneo, oltre a una sezione dedicata a eventi extra-teatrali, tra cui dj-set, incontri e convegni che si svolgeranno in differenti luoghi di spettacolo. Novità di questa edizione è la sezione dedicata all’arte contemporanea, curata da Antonella Liuzzi.
Un programma ricco e variegato, che annovera, fra gli ospiti, Alessandro Bergonzoni, Roberto Saviano, Nicola Piovani, Concita De Gregorio, Patrizia Valduga, Compagnie des Quidams, Silvia Gallerano, Monica Nappo, Erica Mou il collettivo multidisciplinare finlandese WAUHAUS e che riassume, nel titolo dell’edizione 2025, “Giocare la vita”, la visione poetica del festival: “Scommettere il cuore sul palco del mondo, dove ogni passo, ogni nota, ogni parola è una scelta che ci plasma, un rischio che ci rende vivi. Giocare la vita è danzare sull’incertezza, con la leggerezza di chi sa cadere e la forza di chi si rialza, trasformando ogni ferita in poesia. La musica vibra di possibilità, il teatro racconta le nostre paure, la danza esplora il coraggio di essere. Qui, su questo palco, tutto è in gioco, e la posta è sempre il senso di noi stessi. Perché vivere è un’arte audace, un equilibrio fragile tra ciò che siamo e ciò che desideriamo diventare. E ogni scelta, ogni respiro, è il tassello di una storia che ci appartiene. In questa sesta edizione celebriamo il rischio, la bellezza di tentare, di sbagliare, e di creare ancora. Perché giocare la vita non è solo sopravvivere, è viverla con tutto ciò che siamo.”
IL PROGRAMMA COMPLETO
Aprirà il festival, mercoledì 4 giugno alle ore 21, presso il Teatro Secci di Terni, Alessandro Bergonzoni in Arrivano i Dunque. Scritto, diretto e interpretato da Alessandro Bergonzoni con Riccardo Rodolfi, lo spettacolo, programmato in collaborazione con Impresa Fest, è un’esplosione di parole, visioni e neologismi, un viaggio dentro e oltre il linguaggio, dove ogni frase è una scossa e ogni risata un atto rivoluzionario. Dopo il fortunato e lungo viaggio teatrale con Trascendi e Sali, Alessandro Bergonzoni torna sul palco con un nuovo spettacolo dal titolo enigmatico e provocatorio che è una porta spalancata sull’universo lessicale e immaginifico dell’artista bolognese, dove parola, suono e senso si rincorrono e si ribaltano in un gioco vertiginoso.
Alcuni appuntamenti accompagneranno il festival da venerdì a domenica. Ogni venti minuti , al mercato coperto The Companion, del collettivo multidisciplinare finlandese WAUHAUS presenta un incontro ravvicinato con l’inaspettato, tra un essere umano e una creatura artificiale, un cane robotico. Un corpo metallico che si muove con una grazia disarmante, che ti osserva, ti studia, ti aspetta e che, forse, ti riconosce. The Companion non è uno spettacolo da guardare, è un’esperienza da abitare. È l’arte che si avvicina, a uno a uno, chiedendo solo una cosa: sei disposto a fidarti? Il collettivo WAUHAUS propone un’opera che sfuma i confini tra umano e artificiale, tra gioco e riflessione, tra corpo e algoritmo. Attraverso una coreografia di gesti, luci e suoni, lo spettatore è guidato in un dialogo silenzioso ma eloquente con una creatura non umana. La performance, della durata di 20 minuti, è pensata per un solo spettatore alla volta, offrendo un’esperienza unica e personale. È disponibile anche una versione adattata per bambini dai 5 ai 12 anni, accompagnati da un adulto.
Altro appuntamento, che avverrà senza un orario definito ma all’improvviso, in Piazza dei Priori, Pronto, Brecht? a cura di Davide Sacco, con Gennaro Di Biase. In una cabina solitaria, tra squilli inattesi e parole taglienti, il grande drammaturgo tedesco, tornato tra noi, prenderà la linea per parlare con il nostro presente. Pronto, Brecht? è un gioco teatrale, una provocazione poetica, un esperimento visionario in cui lo spettatore diventa interlocutore, complice, destinatario diretto di un messaggio senza tempo. Sulla Spiaggia del Festival, in Piazza G. Marzio Musica e Concerti da un’idea di Ilaria Ceci con Claudia Grassi e Jacopo Riccardi. Un appartamento vero, due attori, quarantotto ore di tempo reale. Di cosa parliamo quando parliamo d’amore è un esperimento teatrale unico: uno spettacolo da spiare dalle finestre, da vivere come voyeur del quotidiano. Un’indagine intima sul desiderio, la distanza, la tenerezza e la fatica di stare insieme. Perché l’amore – quando lo guardi da vicino – è sempre un enigma da decifrare.
Venerdì 6 giugno, dopo la performance di Adrian Paci per la sezione arte contemporanea, alle ore 19 presso Ala Diruta, È tempo d’incontro, progetto musicale e narrativo della Piccola orchestra dei popoli, ensemble internazionale che utilizza strumenti realizzati con il legno delle barche dei migranti approdati a Lampedusa. Un’iniziativa che fonde arte, memoria e giustizia sociale e che vede in scena Pietro Boscacci, Issei Watanabe, Renata Mezenov, Mira Zonja, Shinobu Kikuchi, Sever “Persic” Iancu, Arup Kanti, Ghazi Makhoul, Neslyan Yilmazel Duval, Diana Bettoja per la regia di Ciro Menale. Un viaggio musicale che attraversa culture, lingue e tradizioni diverse, toccando i suoni dell’India, del Libano, del Giappone, dell’Albania e dell’Italia, un’esperienza emozionante che ci ricorda che il Mediterraneo non è un confine, ma un ponte, un luogo d’incontro tra popoli. Un concerto che è anche un atto politico e poetico: la speranza di un’umanità unita dalla musica e dalla bellezza del diverso. Alle 20, 30, al Teatro Manini, Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo III, un intenso monologo scritto e diretto da Gabriel Calderón e affidato alla forza scenica di Francesco Montanari. Ispirandosi liberamente al Riccardo III di Shakespeare, Calderón racconta la storia di un attore che ottiene finalmente il ruolo della sua vita ma, più il personaggio prende corpo, più si fa strada un’inquietante identificazione dove l’attore si scopre simile al personaggio shakespeariano che interpreta. Prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e Carnezzeria, lo spettacolo è una riflessione tagliente sul potere, l’ambizione e i limiti sfumati tra finzione e realtà. Prosegue la programmazione, alle ore 22, al Chiostro di S. Agostino Karaoke Femminista, uno spettacolo ideato da Monica Nappo e interpretato insieme a Silvia Gallerano, che esplora con ironia e profondità il ruolo delle canzoni pop nella diffusione di stereotipi di genere. Attraverso una performance coinvolgente, le artiste invitano il pubblico a riflettere sui messaggi nascosti nei testi musicali che spesso si cantano senza pensarci. Prodotto dal Teatro di Dioniso e curato da Nicoletta Scrivo, lo spettacolo si propone come un atto di consapevolezza e resistenza, trasformando il karaoke in un momento di riflessione collettiva sull’identità femminile e sulla cultura popolare. È adatto ai bambini lo spettacolo programmato alle 23, con partenza da Piazza dei Priori a Piazza Galeotto Marzio, Fiers à cheval, una creazione di Hal Collomb, Jean-Baptiste Duperray & Géraldine Clément per la regia Jean-Baptiste Duperray. Fiers à Cheval è uno spettacolo itinerante notturno della Compagnie des Quidams, che porta in scena una parata di cavalli luminosi e danzanti. Attraverso una combinazione di musica, movimento e luci, lo spettacolo trasforma le strade in un teatro a cielo aperto, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza magica. Con oltre 600 repliche in 37 paesi dal 2013, Fiers à Cheval è oggi uno degli spettacoli di arte urbana più amati al mondo: un’esperienza visiva e poetica che continua a incantare il pubblico di tutte le età nei più importanti festival internazionali, approdando per la prima volta anche a Narni Città Teatro. Conclude la serata, alle 23, 30 presso l’Auditorium S. Domenico, I poeti selvaggi parte prima, una conferenza-spettacolo che rende omaggio a Roberto Bolaño e ai poeti che hanno influenzato la sua visione della poesia come atto di resistenza. Ideato da Igor Esposito, con la partecipazione di Daniele Russo e le musiche dal vivo di Massimo Cordovani, lo spettacolo offre un viaggio attraverso le parole e le vite di poeti che hanno lottato contro l’oppressione. Attraverso narrazione, letture e musica, il pubblico sarà immerso in un’esperienza che celebra la poesia come strumento di libertà e resistenza, portando alla luce voci spesso dimenticate ma fondamentali nella formazione dell’estetica di Bolaño.
Sabato 7 giugno, dopo la sezione arte, e il concerto della Piccola orchestra dei popoli Yin Zero, (ore 19, 30, nell’Atrio del Comune) l’appuntamento con la musica, in collaborazione con Impresa Fest, prosegue alle ore 20,30, presso il Teatro Manini con Note a Margine del grande maestro Nicola Piovani. Un racconto musicale e autobiografico in cui Nicola Piovani, Premio Oscar per la colonna sonora de La vita è bella, condividerà esperienze, ricordi ed emozioni di oltre quarant’anni di carriera. Attraverso memorie e aneddoti, il Maestro, accompagnato da Marina Cesari al sax, Marco Loddo al contrabbasso e Vittorino Naso alle percussioni condurrà il pubblico in un viaggio tra musica, cinema e teatro, arricchito da proiezioni di immagini e disegni, tra cui le illustrazioni di Milo Manara. Adatto ai bambini lo spettacolo, a ingresso libero, in programma alle 21, 45, con partenza da Piazza dei Priori a Piazza Galeotto Marzio Reve d’Herbert, diretto e ideato da Jean-Baptiste Duperray. Una suggestiva performance itinerante trasforma lo spazio urbano in un paesaggio onirico dove cinque figure imponenti, alte quattro metri, si aggirano silenziose tra le strade, conducendo il pubblico in un viaggio poetico che culmina con l’innalzamento di un astro luminoso nel cielo. Ancora un momento di festa, alle 23, in Piazza Galeotto Marzio con DJ Blond. Conosciuto per le sue selezioni travolgenti che spaziano dalla dance anni ’80 e ’90 ai successi più attuali, DJ Blond unisce tecnica e passione in un mix esplosivo. A Narni, trasformerà Piazza Galeotto Marzio in una vera e propria pista da ballo sotto le stelle, un evento imperdibile per chi ha voglia di ballare, liberarsi e condividere un’esperienza collettiva di pura festa. Ultimo evento previsto alle 23, 30 presso l’Auditorium S. Domenico, la parte finale di I poeti selvaggi parte seconda di Roberto Bolaño.
L’ultima giornata del festival, domenica 8 giugno, inizia alle 5,30 presso Ala Diruta con l’evento Roberto Saviano all’alba. A Narni, il sorgere del sole diventa da sempre l’occasione per incontrare parole capaci di accendere coscienze, in uno spazio sospeso tra il silenzio della notte e il risveglio del giorno. E quest’anno, a occupare questo spazio prezioso sarà una delle voci più lucide e coraggiose del nostro tempo.
Nell’incanto dell’Ala Diruta, alle prime luci del mattino, Roberto Saviano accompagnerà il pubblico in un momento di riflessione intensa, dove letteratura e testimonianza civile si intrecciano. Un incontro che va oltre la forma del reading, della conferenza o dello spettacolo, e si fa atto poetico e politico insieme. Una presenza potente e necessaria, che trasforma un momento sospeso in un’esperienza unica: l’alba come promessa, come atto di resistenza e come scelta consapevole di chi non si arrende al buio attraverso le parole di uno degli autori più coraggiosi e incisivi della scena contemporanea. Si prosegue alle ore 12 in Piazza Galeotto Marzio con uno spettacolo adatto ai bambini, a ingresso libero, Giocare la vita, con l’ideazione e le coreografie di Mauro Maurizio Palumbo, un’esperienza visiva e partecipativa che intreccia danza aerea e interazione, dove ogni movimento è rischio e poesia. Altro spettacolo adatto ai bambini, alle ore 17 in Piazza dei Priori, Le Pops, diretto e interpretato da Jean-Baptiste Duperray con Géraldine Clément. Con colori sgargianti, trampoli altissimi, parrucche fluo e ritmo travolgente la Compagnie des Quidams porta in scena un’esplosione di vitalità e ironia. Piazza dei Priori si trasformerà in una parata danzante con questo spettacolo itinerante della Compagnie des Quidams che celebra la cultura pop degli anni ’70 attraverso danza, musica e interazione con il pubblico. Tre artisti su trampoli, vestiti in stile disco, animeranno le strade con coreografie coinvolgenti e un’energia contagiosa, trasformando lo spazio urbano in una festa collettiva. Alle 18, presso la Sala Consiliare Miss Mother di Emilia Agnesa con Bianca Mastromonaco, un monologo che indaga il rapporto distorto tra una madre e la figlia, sullo sfondo dei concorsi di bellezza per bambine. Tra ironia e dramma, lo spettacolo porta in scena il lato oscuro dell’amore materno, tra ambizione e desiderio di riscatto, affrontando temi di attualità come la pressione sociale sull’apparenza e le dinamiche familiari tossiche. In collaborazione con Impresa Fest, alle ore 19 presso il Chiostro S. Agostino è il momento di Uno strato di buio e uno di luce con Patrizia Valduga e Daniele Di Bonaventura, In scena, Patrizia Valduga, una delle voci più profonde e luminose della poesia italiana contemporanea, recita i suoi versi accompagnata dal bandoneon di Daniele Di Bonaventura, musicista raffinato e compagno ideale in questa danza tra senso e silenzio. Nato da un momento irripetibile e divenuto progetto discografico e teatrale, lo spettacolo è un’esperienza profonda, che invita al raccoglimento e all’ascolto, un incontro raro tra due maestri della parola e del suono. La programmazione prosegue al Teatro Manini, alle 20,30, dove Andrea Pennacchi porterà in scena Mio padre – Appunti sulla guerra civile, un monologo che racconta la storia del padre partigiano e la sua esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale. Attraverso una narrazione personale e coinvolgente, Pennacchi esplora il rapporto padre-figlio e la memoria storica, accompagnato dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Graziano Colella e Gianluca Segato. Il festival si concluderà, alle 22, presso il Chiostro di S. Agostino con In mezzo a un milione di rane e farfalle, uno spettacolo delicato e potente, un taccuino vivo di emozioni, memoria e poesia. A interpretarlo, due voci uniche e inconfondibili: quella narrante di Concita De Gregorio, autrice del testo, e quella musicale di Erica Mou, cantautrice dalla sensibilità rarefatta e intensa. Le accompagna la visione immaginifica dell’illustratrice Beatrice Alemagna, che firma l’universo visivo dello spettacolo. Ispirato al libro omonimo, lo spettacolo nasce come una raccolta di frammenti, appunti, istantanee dell’anima: persone perdute, oggetti dimenticati, affetti smarriti e mai davvero andati via. È un rito intimo e condiviso per ricordare chi ci manca, chi non torna, chi non ha fatto in tempo, ma anche un invito a “riprenderli”, a evocare la loro presenza con parole, canzoni, disegni.
GLI INCONTRI
Arricchisce la proposta culturale la sezione dedicata agli incontri tra tra voci autorevoli del teatro e della cultura per riflettere su scelte, visioni e responsabilità. Venerdì 6, alle 17,30 presso la Sala Digipass presentazione del libro La ricchezza del bene di Safiria Leccese e, a seguire, dialogo con le imprese organizzato da Confapi e Associazione Principia e moderato da Andrea Giuli. Sabato 7, alle 11, nella Sala Consiliare, Il rischio della cultura, incontro moderato da Graziano Graziani con Tommaso Bori, Assessore alla cultura Regione Umbria, Tommaso Sacchi, Assessore alla cultura Milano, Andree Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti, Claudia Cannella, direttrice della rivista Hystrio, Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro di Milano, Luca De Fusco, direttore del Teatro di Roma. Un confronto tra visioni, responsabilità e desideri del teatro contemporaneo, dove dirigere, creare e raccontare cultura diventa un atto coraggioso di gioco, rischio e trasformazione. Sempre sabato, alle 17, 30 nella Sala Digipass Sostenibilità e PMI, conferenza stampa per presentare il progetto di ricerca fatto in collaborazione tra il Dipartimento di Economia di Terni – Università degli studi di Perugia e Confapi e, alle 18, 30, presso Radio del Festival Ospite da definire intervista Francesco Montanari. La mostra fotografica Oltre quel confine è la mia casa, curata da Shafiur Rahman, ci offre uno spunto di riflessione sulla condizione di esilio e di speranza. Le fotografie scattate dai rifugiati Rohingya, documentano con uno sguardo intimo e potente la loro esperienza di fuga, di perdita e di resilienza. Il confine, tanto geografico quanto emotivo, diventa la metafora di un luogo da cui si scappa, ma anche di una terra cui non si smette mai di essere legati. Le immagini raccontano il dramma di chi è costretto a ricostruire la propria vita lontano dalla propria casa, ma anche la forza di chi trova, nel dolore e nell’incertezza, nuove forme di identità e speranza. In questo gioco di esistenze spezzate e ricomposte, si riflette il tema della vita stessa, giocata ogni giorno tra la sopravvivenza e la resistenza.
adri