E’ stato un precursore, anzi, “il” precursore: la sua illuminazione del Teatro Comunale di Narni va considerata come la seconda in Italia, dopo quella della Scala di Milano. Basterebbe questo, forse, a far capire come il narnese Aldobrando Netti, detto Aldo, ingegnere, dovrebbe essere ricordato ai posteri almeno nell’ambito del territorio che l’ha visto nascere e lavorare. E ci hanno pensato con una mozione anche due consiglieri comunale, Claudio Ricci e Federico Novelli, perché si ricordi con adeguata importanza la sua figura, davvero importante, almeno per i centotrenta comuni del Centro Italia che videro stendere i fili della “sua” illuminazione pubblica a cavallo tra Ottocento e Novecento. Ideò anche una centralina, piccolissima a vederla con gli occhi di adesso, ma davvero ingegnosa per l’epoca. Insomma, un personaggio importante. Forse non seppe raccogliere da un punto di vista economico quello che aveva seminato ma lui era un ingegnere ed è stato sempre molto contento di aver sviluppato praticamente la sua idea. Si era conquistato a colpi di borse di studio l’accesso all’Istituto Tecnico e poi al Politecnico di Milano, che era, ed è, una delle punte di diamante dell’ingegneria italiana. Aveva considerato in maniera molto pratica che la differenza tra il mulino del padre e una turbina elettrica era davvero poca: quando mise in funzione la prima centralina era anche presente il sindaco di Narni. Aveva una potenza di 60 Kw, al giorno d’oggi bastante solo per venti appartamenti. Ma sufficiente ad illuminare non solo il teatro ma anche la Piazza dei Priori e dintorni con settecento lampade. Era il 1892.
La centralina venne progressivamente aumentata di potenza e con essa anche le lampade della pubblica illuminazione, che avevano fatto diventare Narni una sorta di “Ville Lumiere”. Poi si avviò a fare l’imprenditore ma non aveva i finanziamenti necessari, anche se ampliò la propria area ad Orvieto, dove andò a vivere, non riuscì mai ad andare altre alla illuminazione di qualche comune con la sua azienda che si scontrava con altre, che in poco tempo erano diventate dei colossi internazionali. Però venne nominato cavaliere del lavoro, carica cui teneva moltissimo, ed anche deputato per la circoscrizione Umbria ed insieme anche l’incarico di condurre la Camera di Commercio regionale come un ruolo nella gestione della società Terni. Morì abbastanza giovane, nel 1925.
Bene, questo è l’antefatto della richiesta dei due consiglieri: “Nel luglio 2019 la Erg ha donato al Comune di Narni gli immobili – inseriti nell’itinerario turistico delle Gole del Nera – del “Mulino Signorini”, successivamente “Officina Idroelettrica Comunale”, recentemente ristrutturato, oltre a quello diruto del “Mulino Comunale di Stifone”, da destinare a fini sociali, come centro documentativo ambientale e polo didattico. Riteniamo opportuno che il Comune raccolga la proposta già formulata in quella sede dal ricercatore Giuseppe Fortunati, ed allestisca il centro, luogo ideale per illustrare la storia dello sviluppo idroelettrico locale e quella del “pioniere” nostro concittadino, dedicandogli una mostra permanente e mettendo in opera una mini centralina che utilizzi, esattamente come in passato, la forza idraulica della sorgente di Stifone, al fine di fornire ai visitatori ed alle scolaresche una visione pratica”.