E’ iniziato il countdown per l’abbattimento di 36 pini in viale Borsi, a Terni. Poche ore e la motosega entrerà in azione.
Verranno abbattuti pini che hanno circa 60 anni e che regalano un volto meraviglioso a tutto il viale.
Ma sono malati, questo almeno sostiene l’Agenzia Forestale che ha provocato l’ordinanza di abbattimento emessa dal sindaco.
Secondo Pierluigi Rainone, segretario comunale di Terni e Narni di Verdi Ambiente e Società, la perizia dell’agronomo dell’AFOR è stata soltanto visiva e non strumentale, non idonea, dunque, a stabilire la salute e la staticità dei pini in questione.
“Tutto viale Borsi verrebbe completamente devastato da questa azione, di fatto sarebbe uno scempio ambientale e paesaggistico. Non può essere la base questa per l’abbattimento di 36 pini – afferma Rainone – noi chiediamo una perizia effettuata con la strumentazione idonea, chiediamo una riqualificazione dei marciapiedi, la livellazione dell’asfalto, dare più spazio alle radici dei pini, può essere creato un senso unico, la potatura delle piante. Chiederemo sempre che l’abbattimento sia l’estrema ratio – sottolinea ancora Rainone – soprattutto in una città come Terni che è tra le città che hanno il tasso dei tumori più alto in Italia; facciamo concorrenza, come dico spesso, a Taranto.”.
Per questo , ieri pomeriggio, è stata depositata una denuncia-querela alla stazione dei Carabinieri di Terni
Nella denuncia si spiega che “l’abbattimento di tali pini costituisce oggettivamente un danno irrimediabile in difetto di strumentazione e istruttoria tecnico-agronomica. Esso, infatti, potrebbe configurare un’ipotesi di danneggiamento aggravato. Per tale si intende quel comportamento che si estrinseca nel distruggere, deteriorare, rendere inservibile, in maniera totale o parziale, un bene mobile o immobile altrui oppure di pubblica utilità, come ne caso in specie”.
“A tali conseguenze – si legge ancora nella denuncia – si aggiunga il danno erariale e danno ambientale a seguito del danneggiamento del patrimonio arboreo pubblico. In tema di tutela penale delle cose di antichità , la qualifica di soggetto attivo nel reato di danneggiamento compete anche a chi riveste la carica pubblica di sindaco nel caso in cui i beni danneggiati costituiscano ‘monumento’ e rivestano un rilevante interesse culturale , tale da rendere incontrovertibile la loro appartenenza al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale”.
“In difetto di una istruttoria tecnico-agronomica , il taglio degli alberi integra altresì, già in via preventiva, nella forma di reato di pericolo , il reato di deturpamento delle bellezze naturali”.
Si richiede pertanto “il sequestro probatorio, preventivo nonché conservativo di detti alberi in quanto utilizzati per commettere il reato e, quindi, costituenti causa e corpus delicti nonché la punizione di tutti i responsabili tra cui il sindaco, l’assessore ai Lavori Pubblici per tutti i reati si riterranno sussistere tra i quali senz’altro il danneggiamento aggravato, la distruzione o deturpamento di bellezze naturali e l’omissione di atti d’ufficio”.
Questa ultima ipotesi di reato perché “ad oggi il Comune di Terni non ha neppure provveduto a pubblicare sull’albo pretorio l’atto con cui ha ordinato tale abbattimento , in violazione agli obblighi di pubblicità legale”.
“Invito tutti quanti a vedere – aggiunge Rainone – nelle vie nelle quali sono stati effettuati gli abbattimenti dal 2018 in poi , viale Bramante, viale Campofregoso, viale Lungonera Savoia, viale dello stadio, come stanno gli alberi che sono stati ripiantati. Sono arbusti, spesso già morti, alberi che comunque impiegheranno 30/40 anni per catturare lo smog e le sostanze inquinanti e non riescono a dare lo stesso refrigerio contro il calore che danno alberi di alto fusto”.
Tutte considerazioni che, a quanto pare non impietosiscono. Gli alberi sono malati. All’alba, taglierò.