Riesplode, nel silenzio della Regione Umbria, la questione dell’Alta Velocità.O meglio, l’esclusione di Terni dall’Alta Velocità.
A riaccendere la miccia un intervento dell’ex candidato del centro destra alla guida della regione, Claudio Ricci.
““Mi auguro che il Consiglio comunale di Terni – ha affermato Ricci – si opponga incisivamente alla prospettiva, per nulla strategica, di prevedere una fermata del treno Frecciarossa ad Orte”.
“Terni – aggiunge Ricci – è una città fra le più importanti d’Italia e dev’essere, doverosamente, connessa con la rete ad Alta velocità ferroviaria. Per attrarre sviluppo socio economico, nonché turistico e culturale, bisogna arrivare e partire, velocemente, da Terni non da Orte, pur riconoscendo importanza a questo scalo ferroviario”.
“Lo stesso treno ‘Tacito’ – afferma ancora Ricci – si dovrebbe trasformare in treno veloce Frecciarossa con itinerario Terni, Spoleto, Foligno, Assisi, Perugia sino a Firenze, Milano e Torino. Vorrei solo citare -aggiunge – Philip Kotler, il massimo esperto al mondo di marketing che, recentemente, indica nei modi ferroviari ad Alta velocità uno dei fattori principali di sviluppo di una località. Dunque, o la fermata si fa a Terni o serve a poco anche per l’immagine dei ternani”.
Secondo Ricci,infine “sul tema delle ferrovie bisogna anche concludere, velocemente, il raddoppio della linea Spoleto – Terni e dare una adeguata propulsione alla valorizzazione della Ferrovia centrale umbra (Fcu) sino a Terni, come asse strategico con Perugia”.
Di parere opposto Forza Italia che con Roberto Morroni, capogruppo in regione, rilancia l’iniziativa dell’onorevole Nevi “riguardante la possibilità di far fermare i convogli ferroviari ad alta velocità presso la stazione di Orte. Reputo anch’io che questa sarebbe una soluzione ottimale, grazie alla quale ampie aree del centro Italia, in primo luogo numerosi territori presenti nell’Umbria meridionale, oltre ovviamente alle provincie di Viterbo e Rieti, potrebbero essere collegate in maniera molto più efficiente con importanti città quali Milano e Napoli. Ritengo altresì censurabile – aggiunge Morroni – il comportamento della Giunta regionale che non ha prodotto al momento alcuna lettera formale per manifestare il proprio interesse su questo importante tema, nonostante i numerosi atti di indirizzo approvati nei vari consigli comunali interessati dal progetto. La Giunta regionale deve avviare quanto prima, superando l’attuale condizione di inerzia, il progetto di fattibilità per la fermata ad Orte dell’alta velocità”.
Concetti poi ripresi dallo stesso onorevole Raffaele Nevi che accusa Claudio Ricci di “teorizzare l’arrivo degli UFO e ora sposa in pieno il benaltrismo.Di questo passo – afferma Nevi – mi aspetto la proposta di far passare un Frecciarossa sulla ferrovia Centrale Umbra”.
Nel dibattito è intervenuto anche Andrea Liberati, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle:
“solo in una comunità senza bussola ci si potrebbe rallegrare di un treno a 30 km da qui.
Anziché esperire tutti i tentativi possibili per portare il Frecciarossa a Terni – sostiene Liberati – si continua per l’ennesima volta con la storiella della fermata di Orte -che può essere solo complementare e secondaria rispetto alla centralità che deve avere la città.
Come mai Palazzo Spada non ha ancora detto una parola chiara sul fatto che la Regione Umbria ha finora fatto figli e figliastri, escludendo Terni dall’Alta Velocità -così come Spoleto e Foligno?
Come mai il Comune non ha ancora coinvolto la Fondazione Carit per tentare la stessa operazione siglata a Perugia, ottenendo così un cospicuo contributo per un treno che naturaliter dovrebbe partire da Terni e, di lì, risalire l’Umbria, fino a Milano, specie dopo i risparmi conseguiti con la sperimentazione del Perugia-Milano in corso, richiestissimo?
A Orte – aggiunge Liberati – portateci piuttosto le merci della Thyssen, in quell’interporto che sta per diventare hub tra i più importanti d’Italia, prevedendo fino a sette binari ferroviari per soddisfare le necessità logistiche delle aziende: se i Comuni di Terni e Narni, se la Regione Umbria, incalzassero Thyssen e le altre imprese, ragionando in ottica intermodale su attività totalmente standardizzate, ben pochi TIR entrerebbero nella Conca, se non per attraversare la E/45 o compiere attività residuali nella Piastra logistica -ancora al palo, dopo decenni.
Se si stabilisse una forte intesa pubblico/privato su Interporto di Orte e Piastra locale, conseguentemente, ne guadagneremmo tutti in salute e immagine generale, proiettandoci nel futuro: invece – conclude Liberati – a Orte vogliamo trasferire le persone, le famiglie, mentre a Terni continuiamo a trasferire su gomma le merci, trasformando così le strade cittadine in tante piccole camionabili, ovviamente piene di buche, più spesso semidistrutte”.