La frazione di Collicello di Amelia ha reso omaggio, nel giorno della Festa della Repubblica, a Piero Calamandrei che per sfuggire ai nazisti, dopo la caduta del fascismo, si rifugiò, fino alla fine della guerra, nel piccolo borgo amerino.
L’iniziativa, organizzata dalla pro loco, con la collaborazione di Silvia Calamandrei e con la presenza dei rapopresentanti istituzionali del Comune di Amelia, ha visto la partecipazione di numerose persone alle quali è stato regalato il diario scritto dallo stesso Calamandrei “Inventario della casa di campagna” dove l’intellettuale italiano racconta anche la vita quotidiana a Collicello, dandone un ritratto storico, sociale, culturale e paesaggistico.
In un passaggio del diario Calamandrei scrive di Collicello: “Questo, in tempi normali potrebb’essere il luogo ideale per il riposo: qualche settimana di compiuto isolamento, senza libri, senza lavoro, in questa serena cordialità di paesaggio e di ambiente familiare (…) Ma questo, che dovrebbe essere riposo, è per me nascondiglio e angosciosa attesa: e tutte le cose e le persone d’intorno si colorano di questa sfumatura d’ansietà, che dà al mondo un tono come di sogno o d’incubo. Davvero credete che la storia delle guerre e dei patiboli meriti più considerazione di quella delle nuvole e delle sementi? Passano i re e crollano gli imperi; ma i fiori e i funghi e gli uccelli, come se nulla fosse cambiato, tornano sempre al loro tempo. Questa mia storia è dunque più consolante della vostra: perché vi racconta che esistono leggi le quali non mutano col mutar dei regimi”.
I brani più significativi del diario sono stati letti dal giovane artista Leonardo Venturi.