Lo scorso ottobre l’Aman, la società che gestisce appunto l’acquedotto, informava tutti i sindaci del consorzio che, su nove pozzi che servono la rete idrica di Amelia, sei superavano ancora il limite di potabilità (10 mg/l) previsto dalla legge, Avvisava pure che il primo gruppo di impianti filtranti a carboni attivi era pronto, ma che sarebbero stati messi in funzione solamente in caso di ulteriore innalzamento dei valori inquinanti; la criticità è rientrata con l’arrivo delle piogge, ma con il verificarsi di una nuova siccità molto probabilmente si ripeterà.
Nella stessa missiva, l’Aman informava che “nessun progresso è stato fatto sullo studio del fenomeno, né sulle misure adottate per contrastarlo”, lamentando inoltre l’assenza di un coordinamento tra i soggetti coinvolti e il mancato scambio delle conoscenze.
In compenso Sii ed Arpa si sono impegnate a implementare il monitoraggio sullo stato di inquinamento con un investimento di 94000 euro. Di chi la colpa? A sentire i Cinque Stelle, nelle persone di Romano Banella e Gianfranco Chieruzzi, il “fenomeno è generato da scarichi di natura civile e industriale”.
Questo il testo del documento:
“Nello stesso Rapporto preliminare al P.R.G. stilato dal Comune di Amelia, si scrive che “La vulnerabilità della risorsa sotterranea all’inquinamento da nitrati è un fenomeno però diffuso, e associabile a scarichi di natura civile, cui si devono aggiungere, per
le zone agricole sorgenti di origine agricola/zootecnica. L’inquinamento da organoalogenati,
al contrario, è certamente imputabile ad attività industriali (uso di solventi),
anche pregresse, considerata la persistenza e la non degradabilità di queste sostanze.
Un monitoraggio appositamente condotto sarebbe auspicabile”; mentre secondo noi sarebbe auspicabile un’indagine per individuare gli autori dell’inquinamento delle falde, dal momento che tali solventi non si creano in natura.
Alta concentrazione di cloro residuo
I problemi non terminano qui, dal momento che recentemente, in una nota del 17 aprile di quest’anno, l’USL 2 scrive al Sindaco del Comune di Amelia, nonché all’AURI, al SII ed al responsabile del Centro Salute di Amelia che in seguito alla nota riassuntiva dei controlli effettuati dall’ARPA sull’acqua potabile della rete di Amelia nell’anno 2017, è stata riscontrata più volte una concentrazione di cloro residuo libero prossimo o addirittura oltre il valore consigliato dalla normativa sulle acque destinate al consumo umano (0,2 mg/l) mentre altre volte tale valore è praticamente inesistente; in seguito a tali riscontri, lo stesso Dipartimento di Prevenzione USL 2 invita “il Gestore ad effettuare una disinfezione dell’acqua distribuita adeguata e costante”.
Sabbia dai rubinetti
A ciò si aggiunge la presenza, lamentata dagli utenti amerini, di sedimenti sabbiosi che ostruiscono i filtri dei rubinetti. Su questo problema abbiamo presentato un’interrogazione al Sindaco in data 16 marzo, senza aver ottenuto, a distanza di quasi due mesi, alcuna risposta.
Ci chiediamo tra l’altro se i filtri presenti sui rubinetti siano sufficienti a bloccare il passaggio di tutto il materiale sabbioso o se sia a rischio la salute degli utenti, costretti a spendere ulteriore denaro per sostituire i filtri intasati. Il tutto nell’indifferenza di chi amministra e dovrebbe tutelare la salute dei cittadini.