Il vescovo di Terni, Narni, Amelia, nella omelia pronunciata durante la celebrazione di santa Fermina, patrona di Amelia, ha attaccato duramente la Tv commerciale, internet e i social network.
“Una società, che in nome delle libertà individuali – ha detto Mons. Piemontese – ha smarrito il riguardo per la persona e la sua dignità, il pudore, il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri. Pornografia e ogni genere di avvilimento della dignità umana, di volgarità che si cercano nei social network e che ci entrano in casa tramite TV, internet, non sono cose ritenute perniciose. Ma non è così. L’aria ormai è inquinata. Per giorni e giorni ci si è giustamente indignati per tanta violenza fisica, morale e sessuale in particolare sulle donne, ma non si ha il coraggio di indignarsi o di abbattere il clima generale ormai inquinato e saturo di provocazione, di ammiccamento, di pubblicità e di sollecitazione allo sfruttamento sessuale, alla curiosità morbose, alla vendita del corpo umano, alle donne come oggetto. Non vogliamo solo gridare allo scandalo. In occasione della festa di santa Fermina, ogni anno vogliamo riflettere e compiere qualche gesto contro senso: scelta di approfondimenti culturali che promuovono, bellezza e gioia, e cambiare canale dove impera la superficialità e la volgarità. Relativizzare i social media, il più delle volte palestre di pettegolezzi, di dibattiti violenti dai giudizi che rompono l’armonia e creano divisioni. Vigilare sui propri pensieri, letture, frequentazioni. Infine una visione positiva della vita, sostenuta dalla fede, dalla preghiera e da una vita cristiana semplice e arricchita dalla carità e dalla comunione con la Chiesa”.
Il solenne pontificale è stato presieduto nella concattedrale di Amelia dal vescovo , alla presenza dei sacerdoti della diocesi e dei sindaci di Civitavecchia, Amelia, Alviano, Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina e Penna in Teverina, animato dalla corale “Amerina”. La celebrazione è stata introdotta dalla suggestiva rievocazione storica della pesatura e offerta dei ceri, secondo gli Statuti del 1346 e dall’accensione dei ceri con la “Fiaccola S. Fermina” partita in mattinata da Civitavecchia e portata in staffetta dalle associazioni sportive di Civitavecchia e Amelia. Nei tradizionali abiti del Trecento, i rappresentanti dei borghi del territorio comunale offrono alla patrona grossi ceri il cui peso equivale simbolicamente a quello dei nuclei familiari presenti nel borgo che essi amministrano.
“La festa della patrona Santa Fermina è il momento in cui si celebra l’identità civile e cristiana della città – ha ricordato il vescovo nell’omelia – per la quale Fermina è iniziatrice e fondamento. Fermina ci insegna a vivere i disagi e i mali dell’esistenza nella logica di Gesù, vero chicco di frumento che per amore è piantato in terra e muore per portare frutti di vita. Fermina ci insegna la fede incrollabile in Dio, l’amore al Vangelo, il rispetto della persona, la purezza dei costumi, l’aiuto al prossimo con la preghiera e le opere”.
Infine, Mons.Piemontese ha fatto gli auguri alla città di Amelia:”esprimo l’augurio che la città, il territorio e la comunità ecclesiale – ha detto il vescovo – governanti, pastori, cittadini e fedeli, possano sperimentare un tempo di benessere, di concordia, di rinnovamento morale e di fervorosa vita cristiana nel presente e nelle generazioni future”.