Sembra essere tornati al 1993 quando ballavano i risultati delle analisi prima delle violentissima crisi idrica che mise in ginocchio 50.000 abitanti. Rispetto ad allora v’è stata la lungimiranza del Comune di Terni nell’aver ripreso un acquedotto dall’Appennino, da Pacce, che ormai calma la sete della Conca. Ma anche quella dell’Amerino, che invece vede i propri pozzi sempre più con i livelli di tetracloroetilene, insomma la trielina, più alti: i sei sindaci dell’Amerino, insieme alla struttura dell’Aman, hanno messo in guardia il Sii. Il cui direttore Paolo Rueca ha detto che l’acqua è potabile e che provvederà a mettere in posizione dei nuovi filtri: “Ritornello che viene snocciolato dall’aprile scorso – hanno sostenuto quelli del Movimento Cinque Stelle – non vorremmo che poi i problemi diventino insormontabili”. Intanto l’acqua dell’acquedotto amerino viene “mischiata” con quella proveniente da Pacce in modo da abbassare i livelli della trielina sotto quelli previsti dalla legge. Si aspetta insomma che il Sii passi all’azione: ed intanto, in modo inusuale, ha convocato una riunione davanti al Prefetto alla quale partecipino anche Asm, Aman, Regione Umbria, Provincia di Terni, Comuni, Arpa e Auri.
“Staremo a vedere – dicono al Movimento Cinque Stelle – il vero problema è capire cosa c’è sotto la Conca Ternana e se vi sono situazioni inquinanti: ora aspettiamo la riunione, che speriamo non si svolga in tempi biblici”