“Rispetto alle evidenze processuali 20 anni mi sembrano eccessivi, se informazioni mai le avesse date, le ha date in assoluta buonafede e in uno spirito di semplicità perché stava iniziando una relazione con questa persona (Gianfranco Strippoli, n.d.r.) e la casa non la conosceva tanto che gli stessi famigliari (Moracci, n.d.r.) , onestamente, hanno ammesso che il mazzo di chiavi era del piano di sotto e che lei a casa di sopra non c’è mai andata se non, per piacere, successivamente all’omicidio, per dare una mano a rimettere a posto; l’unica volta che c’è andata, dunque, c’è andata dopo il fatto; lei non era la colf dei Moracci era la colf della mamma della moglie del figlio dei Moracci (Filippo) , che vive in un’altra zona, e nell’appartamento sottostante a quello dei Moracci lei ci andava una volta ogni 2/3 mesi su richiesta; non aveva la disponibilità delle chiavi perché una volta finito il suo lavoro le riconsegnava”.
Sono parole dell’avvocato Sara Giovannelli che difende, nel processo per la rapina finita nell’omicidio di Giulio Moracci, Angela Cioce, la donna che è stata condannata, in primo grado, a 20 anni di carcere.”Una sentenza abnorme” la definisce l’avvocatessa Giovannelli, “anche a voler ammettere che lei abbia dato informazioni, da lì a prospettare una responsabilità oggettiva per cui dalle informazioni che io do si arrivi a prevedere un omicidio mi sembra eccessivo”.
“E, comunque, la signora Cioce, tanto per essere chiari, non ammette nemmeno questa eventualità, lei ha ribadito sempre , in ogni circostanza, la sua innocenza; per quanto possa sembrare incredibile la sua versione dei fatti, lei continua a ribadirla, sempre la stessa, e a dichiararsi assolutamente innocente”.
Ad Angela Cioce vengono attribuiti i reati di rapina e il il concorso nel sequestro di persona e l’omicidio, con dolo eventuale , di Giulio Moracci, 91 anni, morto durante la feroce rapina commessa il 28 aprile 2015 nella sua abitazione di via Andromeda.
LA NOTIZIA DELLA SENTENZA CON LE CONDANNE DA 20 A 26 ANNI
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/omicidio-moracci-da-24-a-26-anni-agli-imputati-350601
L’ERGASTOLO AGLI AUTORI MATERIALI DELLA RAPINA
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/omicidio-moracci-30-anni-agli-autori-della-rapina-342899
LA RICOSTRUZIONE DEL FATTO DA PARTE DEI CARABINIERI
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/un-ternano-la-mente-della-rapina-costata-la-vita-a-giulio-moracci-270072
IL SUCCESSIVO ARRESTO DI ANGELA CIOCE
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/omicidio-goracci-larresto-della-colf-279768
“Sicuramente faremo appello perché la condanna della Cioce si basa solo sulla presunzione: lei lavorava lì e hanno fatto il colpo lì; lei ha partecipato a un pranzo insieme a queste persone (Lupi, Strippoli e gli altri) e, guarda caso, si fa il colpo nel posto in cui hai lavorato, allora si presume che hai dato le informazioni; ma non c’è la prova che la Cioce abbia dato queste informazioni, le chiavi non si sono mai trovate e , comunque , erano di un altro appartamento, se mai le avesse avute; questo è quello che è emerso dagli atti; purtroppo – aggiunge l’avvocatessa Giovannelli – la Cioce si è trovata nel posto sbagliato, al momento sbagliato”.
“Bisogna averci il coraggio, come nella sentenza Meredith (la studentessa inglese uccisa il 1° novembre del 2007 a Perugia, n.d.r.) , in assenza di prove, di assolvere un imputato- ribadisce la Giovannelli – la partecipazione a un pranzo è costata molto cara alla mia assistita; siamo , comunque, fiduciosi che in appello la sentenza verrà ribaltata”.
Angela Cioce si trova agli arresti domiciliari , che scadono nel marzo 2017, nella sua abitazione; è sotto sfratto esecutivo, non eseguibile per via della misura cautelare domiciliare. La Cioce, non lavorando, infatti, non paga l’affitto di casa da un anno e l’ufficiale giudiziario si è presentato nell’appartamento per porlo in essere ma è prevalso il provvedimento cautelare. E’ in gravi difficoltà tanto che la sua legale ha chiesto (e ottenuto) l’aiuto del parroco della zona che, attraverso la Caritas, le paga le bollette, le porta da mangiare.
“Lei – aggiunge Sara Giovannelli – è molto provata psicologicamente, non si rende ancora ben conto della pesante condanna che ha subito, crede in Dio e confida nel suo aiuto; mi dice che prega tutti i giorni e che è convinta che la verità , prima o poi, verrà fuori; tutte le sue attenzioni sono rivolte ai figli (una femmina e un maschio, n.d.r.) , pensa soltanto a quando può tornare in libertà per poter tornare a lavorare e provvedere ai figli, questo è il suo unico obbiettivo”.