Dopo aver replicato al professor Luca Diotallevi, presidente di Azione Cattolica,
QUI LA REPLICA
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/trenta-contro-diotallevi-da-lui-unastratta-e-stantia-retorica-non-ci-dica-come-dobbiamo-comportarci-395076
Angelica Trenta, ex candidata sindaco di Terni per il Movimento 5 Stelle, consigliere comunale, oggi, sempre attraverso il nostro giornale, replica anche alle considerazioni dell’ex assessore tecnico, alla cultura, Giorgio Armillei, pubblicate da noi nell’edizione di sabato 6 maggio: in breve, Armillei, accusava il Movimento 5 stelle di cavalcare l’inchiesta giudiziaria e criticava soprattutto la Trenta per aver detto che lei preferiva il “garantismo per la città” che, secondo Armillei, è l’anticamera del totalitarismo. Armillei criticava anche il Partito Democratico
QUI LE RIFLESSIONI DI GIORGIO ARMILLEI
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/giorgio-armillei-garantismo-per-la-citta-anticamera-del-totalirismo-395366
Angelica Trenta nel replicare non usa mezzi termini e attacca Armillei ..”che quando era in carica firmava tutto” , “valorosi galantuomini , tanto bravi nel criticare, volenti o nolenti grimaldelli del sistema” . E ancora “volete farci passare per belve assatante amanti delle cronache giudiziarie e di procure ma sui pesantissimi problemi del Comune non è riuscito a dire nulla, parla di tutto fuorché dei temi che stanno a cuore i cittadini- Ha visto i problemi e si è voltato dall’altra parte”.
La Trenta torna a prendersela con gli intellettuali, restringendo il campo a “certi” intellettuali che “vedono la realtà dal salotto, che guardano dall’alto in basso chi non ha avuto la loro stessa fortuna, quelli che ricoprono posizione certe e che si guardano bene dal rischiare di perderle, quelli che parlano ma tanto hanno sempre le spalle coperte”.
LA REPLICA A GIORGIO ARMILLEI DI ANGELICA TRENTA
L’ex assessore Giorgio Armillei – che quando era in carica firmava tutto, dalle delibere sul percolato a nuovi capitolati di bandi sui quali facevamo interrogazioni per far notare quanto poco “trasparenti” e “sartoriali” – a nostro parere – fossero (e se lo capivamo noi appena entrati nelle Istituzioni che c’era qualcosa che forse non andava…perché non ci avete pensato due volte a votare certa roba che si vedeva lontano un miglio essere, quantomeno, poco chiara?) mette in atto la solita strategia di bassa lega dei suoi colleghi (od ex colleghi non saprei) di partito: ci attacca – a me in particolar modo – mettendoci in bocca parole e pensieri mai detti. Eppure da una persona del suo livello, mi aspetterei molto di più.
Se solo tutti questi grandi e valorosi galantuomini, tanto bravi nel criticare gli altri ma meno il sistema di cui sono stati volenti o nolenti grimaldelli – si attenessero a quanto dichiarato dalla sottoscritta durante i Consigli comunali non soltanto in questo periodo ma anche nei tre anni in cui ho svolto il suo mandato politico-amministrativo, saprebbero bene quanto lontane siano le mie dichiarazioni rispetto a quanto loro vorrebberro.
I miei giudizi sono politici e nascono dall’esperienza di aver visto come funzionavano certe cose in questo Comune, questioni di rilevanza amministrativa che in quanto consiglieri non potevamo non affrontare (appalti scaduti, affidamenti drietti milionari, gare che non si facevano, bandi e capitolati che sembravano cuciti su misurta per qualcuno, servizi pubblici, come le scuole comunali, smantellati).
Non ci vuole un Machiavelli per comprendere come, se non si mettono le mani in primis nella gestione dell’ordinario – dalla cura del verde alla gestione delle mense scolastiche – poi i soldi per lo straordinario e i sogni nel cassetto di un Verdi ricostruito come storia vorrebbe ce li possiamo anche scordare.
Certo, è un lavoro un po’ noioso e certamente poco radical chic, questo di analizzare, come un buon padre di famiglia, l’organizzazione dell’ordinario…ma è questo tipo di lavoro che fa la differenza fra un’amministrazione efficiente od un’amministrazione non in grado neppure di offrire i servizi basilari ai propri cittadini, proprio come sta succedendo alla nostra Terni: una città dove le risorse, se amministrate in modo meno legato a logiche clientelari, ci sarebbero state per dare servizi di qualità ai cittadini e per far si che tutti avessero reale possibilità di partecipare alla gestione della Cosa Pubblica, anche senza tessera di partito o conoscenze “altolocate” in tasca.
Comprendo però come sia più facile e meno impegnativo far credere al vostro popolo deluso del Partito Democratico come – se da un lato si trovano questo disastro – dall’altro devono stare attenti a questi giovani consiglieri del M5S che si vorrebbero far passare per belve assatanate amanti della cronoca giudiziaria e di Procure.
Facile buttarla sulla critica giudiziaria di questi tempi e vista la situazione…ma personalmente lo trovo un modo per non affrontare i problemi politici e morali che invece non ho mai smesso di sollevare.
E proprio su questi problemi però – i pesantissimi problemi politici ed amministrativi di un Comune allo sbando da anni – non è riuscito a dire nulla, ex assessore Armillei.
La sua “ricetta” si risolve nel criticare il suo partito perché troppo chiuso…quandi la critica è al Partito dall’interno di chi rappresenta una corrente minoritaria del Partito stesso, deluso di non contare troppo.
Tutto in famiglia dunque: non una parola sul disastro ambientale complesso che abbiamo; non una parola sulla gestione poco chiara di bandi ed appalti che ha prodotto, fra l’altro buchi, di bilancio milionari; non un cenno alle opere incompiute, a quelle dichiarate e mai realizzate, alla Biblioteca comunale che crolla a pezzi; nulla sui servizi sociali che mancano a tutela delle fasce più deboli; niente sul degrado nelle strade o sulle privatizzazioni selvagge che depauperano un tesoro costruito in anni dai nostri padri.
Parla di tutto fuorché dei temi che stanno a cuore ai cittadini ternani; di tutto tranne che di ciò che a chi non ha la tessera di partito – a chi non fa parte dei vostri giochi di correnti interne – interessa realmente. Non parlate della vita reale, parlate di quella virtuale di un Partito che ancora una volta si dimostra lontano anni luce dalle necessità e dai bisogni concreti dei cittadini. Lei critica il suo partito perché ha escluso una corrente, quella che lei ed alcuni altri rappresentano, ma poco sembra interessarle se ad essere esclusa dai giochi è stata non una corrente interna bensì un’intera città.
Ed è proprio su questo che la mia critica si rivolge a chi come lei, dottor Armillei, è stato ed è bravo nell’arte della dialettica che sfoggia da svariati pulpiti ma non ha mai agito concretamente – anche quando aveva il ruolo per farlo – sui problemi che ingessano la nostra Terni.
Ha visto in faccia i problemi e si è voltato dall’altra parte; ha visto quel sistema granitico che sta portando la città alla deriva e non ha fatto nulla per cambiarlo, preferendo gettare le proprie energie anziché per combatterlo, in eventi di facciata e di distrazione di massa – come quello della candidatura a capitale della cultura – e in divertissement dal sapore di antonettiane brioches quando a Terni mancava il pane.
Non ho nulla contro gli intellettuali che vivono e forniscono idee per migliorare la società in cui vivono, che combattono per certi ideali, che hanno il coraggio di affrontare la realtà anche quando quel combattimento non è dettio che li vedrà vincitori. Amo gli intellettuali che AGISCONO anche rischiando di perdere tutto.
Ho qualcosa da dire invece a quegli intellettuali che non vedono la realtà se non dal proprio salotto; quelli a cui tutto, dagli studi alla carriera, è andato bene e che per questo guardano dall’alto in basso chi invece non ha avuto la stessa fortuna nella vita; quelli che parlano dei più bisognosi ma che non capiscono e non lottano contro chi crea quelle ingiustizie che rendono le persone più deboli; quelli che parlano di eguaglianza ma che in un sistema che premia e garantisce lavoro solo a chi china il capo – come se il lavoro non fosse più un diritto ma solo merce di scambio e ricatto – non si mobilitano e usano parole vellutate per non dar troppo fastidio; quelli che criticano solo perché eslcusi dalla spartizione del potere, ma che una volta ricevuta la loro fetta, tornano nei ranghi; quelli che hanno paura della rabbia della gente perché sanno di non aver fatto nulla per potergliela evitare. Quelli che ricoprono posizioni certe e che si guardano bene dal rischiare di perderle; quelli che parlano ma tanto hanno sempre spalle coperte, un ombrello dove ripararsi, che sia un’associazione importante o un partito, uno stipendio certo a fine mese.
Mi spiace ma vede, non ho parlato dei presunti reati sui quali Sindaco e giunta, dirigenti e consiglieri sono indagati. Non ho accennato all’amarezza e allo smarrimento provato nel sapere che il sindaco della mia città veniva arrestato per presunta reiterazione del reato.
La lascio fare a lei la cronaca giudiziaria e a chi come lei non ha altri argomenti per leggere il disastro politico e morale di questa classe dirigente se non quello di addossare immaginarie colpe verso un gruppo politico che, giorno dopo giorno, è cresciuto, ha compreso la complessità della realtà locale nella quale vive ed ha lottato con tutte le forze contro quel sistema che lei non ha avuto il coraggio di sfiorare neppure con un dito.