Allarme, da parte della Cgil di Terni e delle categorie interessate, per quanto sta accadendo nel mondo degli appalti, a partire dal comparto pubblico. Per la Camera del lavoro ternana, la pratica del massimo ribasso, utilizzata nell’aggiudicazione degli appalti, starebbe demolendo ogni forma di tutela economica e lavorativa per le persone interessate.
L’ultima vicenda, riguardante l’appalto del pulimento degli spazi comunali, sarebbe la testimonianza diretta di quella che viene definita “inaccettabile deriva”. Viene aggiudicato l’appalto alla Punto-Service – spiega la Cgil – con un ribasso del 60% per sei mesi, e 23 lavoratrici e 1 lavoratore vedono decurtati i loro salari già irrisori, mentre non vengono considerate forme temporanee di sostegno economico per le lavoratrici penalizzate, con una operazione di riduzione delle ore lavorative prima e della metratura poi. “Questa vicenda – prosegue la Camera del lavoro di Terni – si somma alle criticità già in essere, che coinvolgono le operatrici esterne impegnate nelle scuole dell’infanzia e i lavoratori delle cooperative sociali di tipo B. Un quadro – aggiunge – che evidenzia come il taglio nei bilanci comunali vanga di fatto pagato dai più deboli, aggravando in modo preoccupante la situazione di fasce sociali per molti versi già emarginate e povere”.
La Cgil ricorda di aver da tempo denunciato come inaccettabile la procedura di riequilibrio economico che taglia servizi ai cittadini e i diritti dei lavoratori. Un metodo – commenta ancora il sindacato – privo del confronto necessario con le organizzazioni sindacali e che realizza di fatto un’operazione di “macelleria sociale”. Per questo, la Cgil chiede un confronto urgente con l’Amministrazione Comunale di Terni, per evitare – conclude la nota – che al pesante disagio si aggiungano ulteriori elementi di crisi non più tollerabili”.