I sindacati tornano a denunciare le gravissime criticità determinate dall’assegnazione dell’appalto delle pulizie al Comune di Terni con una fortissima contrazione sulla base d’asta che era di 200mila euro per sei mesi.
“Con un ribasso del 58% delle ore di servizio previste nell’appalto – spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – è semplicemente impossibile che le pulizie degli immobili del Comune di Terni rispettino gli standard di qualità previsti nel capitolato e fino ad oggi garantiti”.
Per i sindacati si tratta di un fatto estremamente grave che si ripercuoterà pesantemente non solo sulla vita delle 26 lavoratrici impiegate, ma anche sull’igiene, la pulizia e la vivibilità degli ambienti comunali.
“È evidente – afferma Sergio Sabatini della Fisascat Cisl Umbria – che se una lavoratrice che prima aveva 5 ore per pulire un ambiente ora ne ha 2, quell’ambiente sarà molto meno pulito di prima”.
Inoltre, quella stessa lavoratrice “da uno stipendio medio di 7-800 euro al mese, passa a buste paga da 200, 150 euro al mese – spiega Massimiliano Ferrante della Uiltucs Uil di Terni – il tutto con l’azienda appaltatrice, una ditta calabrese, che non rispetta numerose voci del contratto nazionale per esempio su anzianità, rimborsi per gli spostamenti e orari minimi di servizio giornalieri e settimanali”.
“Il fatto che l’appalto dura solo 6 mesi – afferma Matteo Lattanzi della Filcams Cgil -non può consentire a nessuno di abbassare lo sguardo su quello che sarebbe per Terni un precedente molto pericoloso”.
Insomma, per i sindacati il quadro è estremamente grave, tanto che dopo gli incontri presso il Comune e la Direzione territoriale del lavoro, in mancanza di risposte all’altezza, la vertenza è destinata ad inasprirsi.