L’ex assessore alla cultura del Comune di Terni, Giorgio Armillei, interviene sulla questione degli appalti comunali contestando il termine usato da molti, di “sistema”. Lo fa, come suo solito con un post sul suo profilo facebook.
“Oggi leggo sui giornali – scrive Armillei – di un sistema degli appalti comunali. Per storia professionale non amo le astrazioni. Meno che mai quando si parla di giustizia. Sistema è un concetto e la giustizia si applica a fatti e non a concetti. Per questo mi resta difficile capire cosa significhi, parlando di giustizia penale, un sistema.
Io posso dire che nell’appalto per la fornitura di servizi aggiuntivi del sistema museale ternano – di cui sono stato responsabile dal punto di vista delle deleghe di Giunta – le cose sono andate come segue.
Innanzi tutto l’analisi di fattibilità del contratto, il quadro economico finanziario e la stesura degli obblighi del fornitore messe a punto dagli uffici comunali della cultura, sono state segnalate dal DPS del Ministero dello sviluppo economico come una best practice nazionale, da utilizzare quindi anche in altri contesti.
In secondo luogo l’aggiudicazione è avvenuta tramite una gara europea secondo le regole del codice dei contratti e delle direttive europee, gestita da una commissione tecnica presieduta da un dirigente comunale, come prevede la legge, e composta da due esperti esterni in storia dell’arte e in management dei servizi culturali.
Infine l’esecuzione del contratto per la prima volta nell’amministrazione comunale è sorvegliata, oltre che dagli uffici comunali, da un valutatore indipendente scelto a seguito di avviso pubblico, individuato in uno dei maggior esperti italiani ed europei di economia della cultura e il cui costo, come da migliori prassi nazionali ed europee relative alle autorità indipendenti, è a carico dei soggetti regolati e non del bilancio comunale. E i dati relativi alla fruizione dei servizi, anche in questo caso per la prima volta, sono tutti disponibili in modalità open. http://bit.ly/1X0KPCx
Ecco anche perché – conclude Armillei – resto dell’idea che non sia utile parlare di sistema.”