Gli asili nido comunali in Umbria pesano sulle famiglie di più della media nazionale: 28 euro in più al mese a Perugia e 16 euro in più al mese a Terni. Si ha anche una maggiore incidenza sul budget netto familiare che è del 7.9 % a Perugia, del 7.6 a Terni mentre a livello nazionale la media è del 7.2%.
A Perugia infatti la retta è di 298 euro e a Terni di 286 euro. Decisamente più delle grandi città: a Venezia 246 euro mensili (il 6,5% del budget familiare); a Milano 232 euro mensili (il 6,2% del budget familiare); a Bologna 222 euro (il 5,9% del budget familiare); a Palermo 212 euro (il 5,6% del budget familiare); a Napoli 207 euro (il 5,5% del budget familiare); a Bari 178 euro (il 4,7% del budget familiare); a Roma 174 euro (il 4,6% del budget familiare).
I dati sono il frutto di una elaborazione del Servizio Politiche Territoriali della UIL sulle rette degli asili nido comunali, in 99 città capoluogo di provincia.
Il campione preso a riferimento è di una famiglia composta da genitori che hanno un reddito di 44.000 euro annui da lavoro dipendente (24.000 un coniuge e 20.000 l’altro), un reddito ISEE di 17.812 euro. La retta per l’asilo nido è riferita alla frequenza al tempo pieno (circa 8 ore). Per quanto riguarda l’incidenza dei costi sul reddito, si è preso in considerazione il reddito netto disponibile che risulta, per la famiglia campione dell’indagine di 37.600 euro annui.
” La UIL – commenta Gino Venturi segretario provinciale – è particolarmente attenta anche ai livelli della tassazione locale e ai costi dei servizi degli enti locali. Si tratta quindi di contenere le spese eliminando quelle non necessarie o eventuali sprechi ma non facendo mai venir meno la qualità del servizio. Purtroppo in Umbria invece, rispetto ai servizi per l’infanzia, negli ultimi tempi si è intervenuti esclusivamente sul contenimento del costo del personale con ricadute pesanti sulla qualità dei servizi che, per quanto riguarda gli asili nido, era stata sempre notevolmente apprezzata. Si tratta di invertire velocemente la rotta tornando a puntare decisamente sulla qualità pur coniugandola con il contenimento dei costi”.