“L’acciaieria di Terni come qualsiasi realtà industriale impatta sul territorio? certo che lo fa, in modo negativo ma anche positivo. Non sto cercando di scaricare le responsabilità. Possiamo dire che un 20% è in capo all’acciaieria, un buon 80% in capo al riscaldamento, traffico, ed altro.”
Lo ha detto l’ingegner Massimo Calderini, direttore dello stabilimento di AST che è stato ascoltato dalla II^ commissione consiliare del comune di Terni.
“Esistono le emissioni convogliate, che passano attraverso i camini. Il 79% delle emissioni convogliate sono sotto controllo in termini di volumi. Il controllo è applicato sui 5 principali camini, è stato adottato nel 2010 mentre la legge lo imponeva nel 2016. Ricordo che tutti i dati sono disponibili sul nostro sito. C’è un numero verde attivo dal 2016 al quale tutti si possono rivolgere per informazioni o segnalazioni. Abbiamo lanciato una attività di ricerca con le università di Perugia e Firenze sugli inquinanti dispersi nella Conca e fare interventi mirati. Se andiamo a vedere il report dell’Arpa del 2018 sulla qualità dell’aria, abbiamo che l’inquinamento da pm10 è dato principalmente da fonti urbane. Questo non vuol dire che la nostra attività non abbia un impatto importante – affermato Calderini – ma occorre conoscere i dati. Le tre centraline che rilevano i Pm10 dal 2015 al 2018 dimostrano che c’è stata una riduzione del 18% a Prisciano. Le attività sembrano andare nella direzione giusta.”
Calderini ha poi ricordato “il Progetto scorie che nasce nel 2015 a fronte di una prescrizione che ha portato all’individuazione dello stesso.”
GLI INVESTIMENTI
” Abbiamo in cantiere investimenti per circa 60 milioni euro per i sistemi di abbattimento della polverosità, più 12 milioni che verranno spesi per la riduzione delle emissioni fuggitive ed il miglioramento delle emissioni non captate.Andremo ad investire questa cifra per ridurre le emissioni fuggitive e diffuse – ha spiegato Calderini – attraverso impianti di captazione nuovi o miglioramento di quelli esistenti. Andremo ad aumentare la capacità di aspirazione dei nostri tubi e ad incidere sulle fasi secondarie dei nostri processi con sistemi di aspirazioni aggiuntivi rispetto quelli esistenti. Siamo in fase progettuale. I tempi per la parte di progettazione saranno 6 mesi mentre la realizzazione nonavverrà prima di agosto 2020, durante la fermata estiva. E’ tangibile, quindi – ha detto il direttore dello stabilimento di AST – la volontà dell’azienda di dare risposte concrete. Gli investimenti non sono relativi ad obblighi di legge ma appartengono ad una sfera di virtuosismo a cui l’azienda vuole dare seguito. Ad oggi non esistono sistemi che differenziano in maniera adeguata le emissioni buone da quelle contenenti altro. Esiste invece una attività di ricerca che sta cercando di migliorare i sistemi di individuazione della qualità e quantità di quelle fuggitive. Poi ci sono quelle eccezionali, di breve durata, che sfuggono alla captazione. Stiamo facendo comunque un sistema di controllo. Gli incidenti avvenuti di recente (fumi arancioni, n.d.r.) sono dovuti, uno ad una attività di manutenzione condotta male, l’altro ad un problema di black out energetico.”
LA DISCARICA
“Per quanto riguarda la discarica – ha affermato Calderini – questa è un sito realizzato con l’applicazione di leggi diverse. Oggi sarebbe stata fatta in maniera diversa. Allora è stata fatta in maniera errata. Qualcuno pensa che se ben progettata sia il modo migliore di smaltimento rifiuti. Posso garantire la massima attenzione delle opere di messa in sicurezza, attenzione sul percolato, su quelle di riambientamento che non impattano sull’aspetto degli inquinanti. E’ chiaro che l’impatto di una azienda che sta qui dal 1984 è importante. Dobbiamo migliorare l’azienda e il suo impatto ed è quello che stiamo facendo”.
PROGETTO SCORIE
“Per il progetto scorie il contratto è stato chiuso a dicembre. Vede il recupero di alcuni capannoni per il trattamento della scoria. La scoria liquida viene raffreddata a Prisciano, dopo viene recuperato il metallo, azione che verrà svolta dentro capannoni chiusi e impatterà in maniera positiva sulle emissioni. Verranno riutilizzati capannoni oggi dismessi. Chieste le procedure autorizzative. Attività produttiva a settembre 2020. Ci vorranno circa 9 mesi -ha affermato Calderini – per il riutilizzo dei capannoni e la costruzione dei nuovi.S avrà una riduzione del materiale portato in discarica del 25 % in 5 anni e del 60 in futuro; il 25 % può sembrare poco ma è moltissimo.”