“Ast è una società di grande tradizione e di grande esperienza che ha avuto 10 anni di intorpidimento non dovuto alla responsabilità dei dirigenti e degli operai , dobbiamo recuperare nella società AST una cultura vincente e competitiva unitamente al grande rispetto della dignità dell’uomo e del lavoro, della sicurezza, della salute e dell’ambiente”.
Lo ha detto Giovanni Arvedi illustrando alla stampa, dopo averlo fatto alle istituzioni e ai sindacati, il piano industriale per Acciai Speciali Terni.
“Le parole chiave del nostro pensiero su AST sono legate sia all’aspetto professionale , sociale e umano sia all’aspetto strutturale. Occorrono due recuperi, un recupero di carattere culturale – ha detto Arvedi – di persone che per 10 anni sono state obbligate dalle circostanze a subire dei programmi e delle priorità che non erano totalmente condivise dalle necessità produttive. Il secondo recupero è strutturale, l’azienda per essere competitiva ha bisogno sì della partecipazione professionale delle persone ma ha anche bisogno degli impianti ed è arrivato il momento di aggiornare i processi produttivi”.
Arvedi ha sottolineato il valore del recupero “dei bravi dirigenti e bravi operai che ci sono a Terni, persone che hanno subito dato la sensazione di accoglierci con dignità, trasparenza, partecipazione e con rispetto e questo ci ha entusiasmato molto e ci ha spinto a dare il meglio di noi stessi. La loro partecipazione al lavoro sarà diversa , fino ad ora è stato subito un impegno di carattere relativo alle vendite, adesso l’impegno deve essere più relativo alla produzione”.
“L’azienda va rilanciata – ha aggiunto ancora Arevdi – e il prodotto che va rilanciato è il laminato freddo e gli investimenti che abbiamo in mente per essere operativi hanno bisogno di tempo , almeno 2/3 anni. Compereremo le macchine in questi mesi, produrranno le macchine, le installeremo e diventeremo competitivi rispetto agli altri produttori europei. Dei 27 paesi europei solo 4 sono produttori di laminati piani di acciaio inox. Dei 4, AST è quello in condizioni precarie perché tutti gli altri stabilimenti producono circa 1 milione mezzo di tonnellate di laminato freddo mentre noi ne produciamo circa 500/600 mila tonnellate. Laminato caldo e black non sono prodotti redditizi”.
“Tutti gli impianti si svilupperanno sulla base di un accordo di programma che implica un accordo fra sindacati, governo e istituzioni locali che è alla base dello sviluppo dell’azienda. Che dovrà prevedere l’energia verde che deve servire per fare l’idrogeno. L’azienda manterrà la sua attuale produzione, sta sistemando tutta la parte del rottame. Installerà un forno per il riscaldo delle bramme, installerà un nuovo impianto di laminazione a freddo , investimenti per un totale di 1 miliardo di euro”.
LE REAZIONI
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LE REAZIONI SINDACALI
“Nell’incontro odierno con Arvedi, la nuova proprietà di Acciai Speciali Terni, sono stati presentati i nuovi assetti societari e le prime linee guida del piano industriale che indicano una credibile prospettiva di sviluppo e sostenibilità ambientale per AST e l’intero territorio ternano”.
Lo scrivono in una nota congiunta, Gianni Venturi, segretario nazionale della FIOM e responsabile della siderurgia e Alessandro Rampiconi , segretario generale della Fiom-Cgil di Terni.
“Le ipotesi presentate prevedono una prima fase (2022-2023) nella quale si riorganizza e si efficientano gli impianti e contemporaneamente si avviano investimenti necessari a realizzare a regime (2025-2026) un assetto impiantistico che prevede la realizzazione di un nuovo laminatoio, di una nuova linea di decapaggio laminazione e ricottura, di un nuovo forno di riscaldo bramme e di due nuove linee a freddo di magnetico, alimentate dallo stabilimento di Cremona, per investimenti che complessivamente dovrebbero aggirarsi attorno al miliardo di euro.
Con tale assetto impiantistico – aggiungono Venturi e Rampiconi – la previsione per quanto riguarda i volumi produttivi è di un milione e cinquecentomila tonnellate di prodotti finiti di cui quattrocentomila di acciaio magnetico.
Il piano industriale una volta definito sarà parte integrante di un più vasto accordo di programma che dovrà incentrarsi, in particolare, sui temi dell’energia e della decarbonizzazione del processo produttivo attraverso il crescente ricorso all’utilizzo dell’idrogeno, in una logica di più generale sostenibilità territoriale e ambientale.
In questo senso è indispensabile che il Governo e le istituzioni locali svolgano una funzione non solo di coordinamento ma anche di messa a disposizione di reali opportunità e risorse coerenti con gli obiettivi che si definiranno nell’accordo. Per quanto ci riguarda questi obiettivi non possono prescindere anche da un vincolo di crescita e di qualità dell’occupazione, delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori diretti e indiretti.
Un primo passo è stato sancito con l’accordo propedeutico al piano industriale con il superamento del lavoro somministrato e la relativa stabilizzazione dei 130 interinali. Ora – concludono Venturi e Rampiconi – va definita con le RSU e le organizzazioni sindacali un’agenda serrata di confronto per arrivare alla versione definitiva del piano industriale e all’avvio del percorso sull’accordo di programma”.
“Un miliardo di investimenti per il rilancio dell’acciaieria ternana guardando alla qualità e alla sostenibilità ambientale e che porterà lavoro e futuro a Terni e al territorio”.
Lo scrive in una nota Valerio D’Alò, segretario nazionale della FIM-CISL.
“Come FIM – aggiunge D’Alò – valutiamo positivamente il piano non solo per gli intenti di rilancio anche di quei pezzi di produzione che col tempo erano andati persi o erano diminuiti ma anche e soprattutto perché è un piano che guarda al futuro parlando già di idrogeno e acciaio verde.
Arvedi ha parlato anche di sostenibilità energetica facendo riferimento alla necessità di ricorrere ad approvvigionamenti da energie rinnovabili.
Ora è importante in questo percorso di rilancio e investimenti – afferma ancora D’Alò – che ognuno faccia la sua parte e che soprattutto le istituzioni e gli enti, sia locali che nazionali, rendano agevoli tutti quei percorsi normativi e autorizzativi che devono accompagnare un piano di questa portata”.
D’Alò ha infine ribadito la “strategicità” di Ast per l’intero paese.
“Dopo anni di incertezza e di insoddisfazione della gestione Thyssenkrupp , il piano industriale presentato da Arvedi per il rilancio di Terni con investimenti per 1 miliardo di euro ha tutte le caratteristiche per avere successo”.
Lo scrivono in una nota congiunta Guglielmo Gambardella , coordinatore nazionale della UILM per la siderurgia, e Simone Lucchetti, segretario generale della UILM di Terni.
“La UILM – si legge nella nota – vuole raccogliere la sfida del gruppo di Cremona per lo sviluppo industriale e occupazionale di Ast cui deve però seguire la crescita del benessere complessivo dei lavoratori. L’accordo raggiunto in settimana su reperibilità e stabilizzazioni è un primo, importante passo.
Data la complessità degli investimenti e la realizzazione di determinate condizioni – scrivono ancora Gambardella e Lucchetti – riteniamo che sia imprescindibile un fattivo e concreto impegno delle istituzioni locali e nazionali nella riduzione dei tempi degli iter amministrativi legati ad autorizzazioni delle opere necessarie, a partire dall’accordo di programma. Purtroppo già in passato abbiamo constatato il freno della burocrazia allo sviluppo del Paese”.