“La questione della sostenibilità del sito siderurgico di Terni è stata all’attenzione di più esecutivi. Nel 2016 è stata determinata l’area di crisi complessa e a valla dell’acquisto del gennaio 2022 del gruppo Arvedi il governo di allora elaborò le linee guida di un piano di riconversione finalizzato sia a realizzare gli obiettivi di decarbonizzazione europei, sia renderne le produzioni più competitive sul mercato internazionale mantenendo e implementando gli attali livelli occupazionali. Questa è la situazione di partenza. Noi ci siamo subito attivati, fin dall’inizio della legislatura, per dare concretezza a quello che era soltanto una cornice.
Quello realizzato dopo l’acquisizione di Arvedi nel 2022 era un auspicio e noi abbiamo sviluppato un lavoro comune con il MASE, le istituzioni regionali e il gruppo Arvedi , finalizzato, a questo punto sì davvero, alla predisposizione di un accordo di programma con risorse per investimenti”.
Lo ha detto oggi pomeriggio alla Camera il ministro per le imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo a una interrogazione urgente sulla situazione in AST, del Partito Democratico.
“Questo ai fini di un piano di rilancio per la riconversione industriale, lo sviluppo economico e produttivo nonché di messa in sicurezza permanente dell’area industriale in cui si trovano gli asset produttivi. Mentre stavamo realizzando, e stiamo realizzando, questo accordo di programma per dare forma a un supporto per gli investimenti e per la crescita, l’azienda ci ha rappresentato come primaria la questione dei costi dell’energia – ha aggiunto ancora il ministro Urso – sono due questioni diverse che rispondono a diverse regole europee. Come voi ben sapete gli investimenti di sostegno ai costi operativi per l’energia, sono delimitati, circoscritti, da regole europee, ben diversamente da quello che possono determinare il supporto agli investimenti. Il governo, comunque, si è mosso in tempo con il disegno di legge energia, dicembre 2023, che disciplina un meccanismo per la realizzazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, da parte dei clienti finali energivori, come il caso siderurgico, che può contribuire alla soluzione del problema. Altre forme sono difficilmente attuabili per un sussidio diretto – ha aggiunto il ministro – perché, per le regole europee, questo sussidio può intervenire quasi esclusivamente sugli investimenti non sui costi operativi, come quelli energetici. Nonostante ciò, proprio in un tavolo , questa mattina, con la presidenza del consiglio, la regione e i nostri tecnici, abbiamo fatto alcune ipotesi la cui fattibilità stiamo verificando in queste ore, soprattutto in chiave di compatibilità con l’Unione Europea e sarà mia cura informare l’aula, i sindacati e l’azienda di questi sviluppi. In ogni caso, nel raffronto con la Francia, la Germania o la Spagna, la differenza sul costo energetico è dovuto principalmente al fatto che quei paesi utilizzano in maniera massiccia l’energia nucleare. L’unica soluzione strutturale al costo dell’energia in Italia è riaprire, come il governo ha fatto, la strada del nucleare, pulito e sicuro, come quello della terza generazione avanzata e su questa linea procederemo con celerità”.