Sindacati preoccupati all’indomani della conclusione positiva della trattativa fra ThyssenKrupp e Tata Steel per la creazione di una nuova joint venture.
“È di queste ore la notizia ufficiale della conclusione delle trattative tra Thyssen Krupp e Tata Steel rispetto all’ormai annunciata joint venture tra le due società, che darà vita al nuovo colosso di produzione degli acciai al carbonio nel panorama dei competitor mondiali – è scritto in una nota a firma di FIM-FIOM-UILM-UGL e FISMIC .
Questa operazione, in coerenza con quanto annunciato da Thyssen Krupp rispetto alle strategie industriali e produttive, evidenzia il cambiamento in corso rispetto agli assetti futuri dei player mondiali nel panorama delle produzioni di acciaio.
Come organizzazioni sindacali, ribadendo che non siamo sorpresi da quanto si sta determinando, riteniamo doveroso esprimere la nostra preoccupazione rispetto al futuro prossimo del sito di Terni.
Consapevoli che Ast di Terni non fa parte, al momento, della joint venture, ricordiamo a tutti che l’azienda è ufficialmente in vendita da parte di Thyssen Krupp, la quale, in tempi non sospetti, ha dichiarato di voler uscire dalla produzione degli acciai speciali.
A maggior ragione oggi è necessario, a nostro avviso, riaccendere l’attenzione rispetto al futuro del sito ternano, rimasto l’unico stabilimento produttivo di proprietà esclusivamente di Thyssen Krupp e che, con molta probabilità, vedrà un cambio societario nei mesi a venire, in quanto le dichiarazioni della proprietà tedesca hanno sempre registrato una coerenza nei fatti.
Riteniamo questa situazione, come detto più volte, preoccupante – scrivono ancora le organizzazioni sindacali – per l’indeterminatezza sugli assetti societari e ancor più preoccupante rispetto alle future strategie industriali per lo stabilimento ternano.
Per queste ragioni come organizzazioni sindacali chiederemo un confronto alle istituzioni regionali e locali, per condividere in modo più esaustivo le preoccupazioni e riattivare velocemente il tavolo governativo, sospeso per le note vicende elettorali degli scorsi mesi, al fine di fare luce sul futuro del sito ternano, con l’obiettivo di difendere una produzione strategica per il Paese.
Terni – conclude la nota congiunta di FIM-FIOM-UILM-UGL e FISMIC – il suo stabilimento, i lavoratori e una intera comunità hanno già troppe volte e con costi troppo alti pagato i prezzi di passaggi societari e ristrutturazioni aziendali.”