Crisi Ast, caro energia e polo idroelettrico. Di questo si è parlato nel corso della conferenza stampa presso Spazio Bloom a Terni nel corso della quale il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, ha proposto l’ingresso di Ast nella società misto pubblico-privata che dal 2029 potrebbe gestire il polo idroelettrico.
“In questi giorni – ha detto De Luca – abbiamo sentito tantissime inesattezze in merito alla vicenda idroelettrico-acciaierie. Come Movimento 5 Stelle ci siamo sempre posti su questo tema con estrema umiltà e in punta di piedi. È proprio per questo che oggi rivendichiamo la possibilità di mettere sul tavolo una soluzione concreta per coniugare gli interessi ed i beni comuni con le esigenze di sviluppo del territorio e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Il tema dei costi dell’energia delle acciaierie indubbiamente ha una rilevanza europea, ma ciò non toglie che nel nostro piccolo possiamo fare concretamente la nostra parte. Per questo ieri in consiglio regionale abbiamo presentato come minoranze una mozione sulla possibilità di utilizzare l’articolo 21 della nuova legge sull’idroelettrico che prevede che i concessionari di questi impianti cedano alla Regione una quota gratuita di energia prodotta. Nella fattispecie parliamo di circa 55 GWh annui, ovvero il 5% del fabbisogno elettrico delle acciaierie di Terni, dato che abbiamo ricavato dall’ultimo bilancio di sostenibilità pubblicato da Ast.
La legge prevede che questa quota di energia, almeno per la metà, finisca nei territori. Ma poche settimane fa la giunta regionale ha deciso di monetizzare questa quota di energia e trasformarla in un flusso di denaro, svincolando la ratio originale della norma. La metà di questi 7 milioni di euro circa, se vogliamo quantificarla economicamente, andranno a finire nel calderone del bilancio e quindi per altri scopi rispetto allo sviluppo del territorio. Noi abbiamo fortemente contestato questa scelta, presentando la mozione per dare ristoro immediato sotto il profilo dell’impatto economico dei costi energetici.
La Regione potrebbe decidere di destinare questi 55 GWh alle industrie energivore del territorio – ha aggiunto il consigliere De Luca – Ovviamente non facciamo regali alle multinazionali, questa concessione sarebbe vincolata agli adempimenti (che ormai con troppo ritardo non vengono rispettati) in merito ai temi dell’ambientalizzazione: emissioni in atmosfera dei metalli pesanti, polveri di Prisciano, riciclo dei residuali delle scorie. La Regione concederebbe questa energia gratuita all’industria energivora che, partecipando al bando, nel frattempo garantisce impegni precisi sulla transizione ecologica e la riduzione dell’impatto ambientale sul territorio.
Ovviamente la mozione è stata bocciata. Questo dimostra che le posizioni della destra su questo tema sono semplicemente teatro. Perché quando c’era l’opportunità di fare qualcosa di concreto si è scelto di non fare nulla. Ma noi vogliamo andare oltre e proponiamo sul tavolo una soluzione concreta. Siamo convinti che il polo idroelettrico di Terni sia il primo fattore di sviluppo del territorio, il petrolio blu cui attingere. Proponiamo la creazione di una società misto pubblico-privata, come da indicazione nella legge regionale approvata con ordine del giorno che andava proprio in questa direzione, con la partecipazione dei Comuni e della Regione che attraverso una gara a doppio oggetto metta sul mercato le quote del socio imprenditore. E attraverso una procedura a norma di legge, secondo i crismi di concorrenza, proponiamo l’ingresso di Ast in questa società pubblico-privata che dal 2029 gestirà il polo idroelettrico.
Questo permetterebbe di inserire una molteplicità di player all’interno del territorio, permetterebbe alle acciaierie di Terni di usufruire di questo asset e allo stesso tempo garantirebbe un introito anche per la collettività. Non parleremmo più di canoni dell’idroelettrico ma di una compartecipazione agli utili da parte del pubblico. I famosi 10 milioni di euro che la Regione riceve dai concessionari potrebbero diventare 50-60 milioni di euro all’anno, portando benefici enormi per i Comuni e tutta la Regione con risorse che potrebbero essere usate per la sanità e altre priorità” ha concluso il consigliere regionale del M5S.