Oggi pomeriggio vertice a Palazzo Donini sulla situazione che si è venuta a creare in AST dopo la richiesta da parte aziendale di ricorrere alla cassa integrazione per 1.200 dipendenti.
Dalla regione, dalla provincia, dal Comune di Terni e dalle organizzazioni sindacali è stata espressa “forte preoccupazione per la dichiarazione di apertura della procedura di cassa integrazione sia per quanto riguarda le modalità sia per i contenuti”.
“Tutto ciò – è stato sostenuto – avviene a soli tre mesi dalla sottoscrizione di un accordo presso il Ministero dello Sviluppo Economico nel quale sono stati presi impegni precisi sia in merito ai volumi produttivi sia per i livelli occupazionali. Ed invece improvvisamente, proprio alla ripesa dell’attività produttiva ci è stata comunicata la richiesta di cassa integrazione per 1200 lavoratori, con un forte spostamento del carico di lavoro sul mese di settembre ed un forte scarico a partire dal mese di ottobre.”
“Sono vicende che ci preoccupano molto – ha affermato il presidente della giunta regionale, Fabio Paparelli – soprattutto per la mancanza di chiarezza. Appena tre mesi fa Ministero, Azienda ed Organizzazioni sindacali avevano sottoscritto un Accordo e adesso tutto sembra rimesso in discussione. Stiamo parlando di un sito strategico nella produzione degli acciai speciali in Italia e dunque occorre sicuramente vigilare attentamente su quello che sta succedendo. Attendiamo dunque l’esito delle interlocuzioni aperte tra Organizzazioni sindacali ed Azienda e subito dopo valuteremo insieme l’opportunità di chiedere la riapertura del Tavolo nazionale”.