I fatti risalgono allo scorso anno scolastico, la denuncia della famiglia, in questura, è di aprile ma i genitori hanno divulgato la notizia soltanto in questi giorni affinché fatti del genere, gravi e gratuiti, vengano individuati e repressi.
Loro figlio, un adolescente di 12 anni è stato vittima di atti di bullismo a scuola. Al punto che i genitori hanno dovuto prendere provvedimenti drastici:hanno portato via da quella scuola il bambino che ha terminato l’anno scolastico in un altro istituto.Per la cronaca, è stato promosso.
Tutto ciò si è reso necessario perché – come dichiara la mamma nella denuncia presentata in questura – il figlio, una volta giunto davanti al cancello di ingresso della scuola, cominciava a gridare rifiutandosi di entrare.
Un caso di bullismo scoperto in ritardo.All’inizio, infatti,parliamo del mese di marzo, la mamma viene convocata a scuola da una professoressa e dalla vice preside le quali le dicono che il bambino ha quasi tutte insufficienze e le consigliano di fare una visita medica neuropsichiatrica infantile sospettando che avesse un problema di apprendimento.
Il suggerimento è accolto dalla donna anche se, nel frattempo, suo figlio le confessa che il suo malessere, il cattivo rendimento scolastico , sono dovuti al fatto che c’è un compagno di classe che lo ha preso di mira, lo ha colpito più volte con calci e pugni minacciandolo e offendendolo.
Nonostante questa confessione la donna porta il ragazzo a visita e il professionista le conferma che non c’è alcun problema di apprendimento bensì il disagio era dovuto agli atti di bullismo che doveva subire.
In realtà l’adolescente aveva mostrato segni evidenti di disagio fin dall’inizio dell’anno scolastico quando manifestava la volontà di non andare a scuola dicendo di stare male oppure quando telefonava alla madre chiedendole di andarlo a prendere perché non si sentiva bene. Stando al racconto del ragazzo il bullo in questione aveva atteggiamenti violenti, in particolare con lui, ma anche con altri compagni di classe e di questi fatti alcuni professori erano a conoscenza ma non hanno mai preso provvedimenti.
L’ultima volta che è andato a scuola – racconta la mamma nella denuncia presentata in questura – gli hanno fatto fare un compito per dislessici, da allora non ci è più voluto andare.
Da qui il trasferimento in altro istituto. Ma tutta questa storia ha lasciato dei segni sul 12enne che, ora, è seguito dal SIM infanzia.
Raccontare e denunciare, non c’è altro modo per fermare il prepotente o il bullo di turno.
Bene, dunque, hanno fatto i genitori di questo ragazzo a denunciare il fatto.Forse un atteggiamento più attento degli operatori scolastici avrebbe potuto evitare che si arrivasse fino a questo punto.