L’aumento maggiore della TARI (tassa rifiuti) nel 2021 rispetto all’anno precedente si è avuto a Terni (aumento del 27,4% ). Peggio solo Vibo Valentia dove si registra un aumento pari al 39,6%, mentre è diminuita in 24 città tra cui: Cagliari, Firenze, Perugia e Trento. Dunque aumenta di molto a Terni e diminuisce a Perugia.
È quanto scaturito dallo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio UIL che ha elaborato i costi in 107 città capoluogo di provincia con riferimento ad una famiglia composta da quattro componenti con una casa di 80 mq e reddito ISEE 25 mila euro.
Se si considera un arco di tempo più ampio e cioè gli ultimi 5 anni gli aumenti medi sono stati del 6,7% con punte del 49%.
In particolare a Terni si è pagato 274,67 euro nel 2017, 256,40 euro nel 2018, 256,40 euro nel 2019, 256,40 euro nel 2020 e 326,77 nel 2021. Con una differenza percentuale tra il 2020 e il 2021 del 27,4 e del 19,0 considerando gli ultimi 5 anni.
A Perugia invece 305,36 euro nel 2017, 336,27 euro nel 2018, 337,12 euro nel 2019, 347,38 euro nel 2020 e 345,71 nel 2021. Dunque c’è stata una lieve diminuzione tra il 2021 e il 2020 mentre nei 5 anni c’è stato un aumento del 13,2.
Nel complesso tuttavia a Perugia si paga comunque più di Terni.
“E’ evidente – sottolinea Gino Venturi della UIL FPL di Terni – che non c’è soltanto il tema del caro bollette elettriche e del riscaldamento, che pesa sui consumi delle abitazioni, ma anche il tema delle tariffe della raccolta dei rifiuti solidi urbani e in generale della tassazione locale. Dispiace il primato negativo di Terni che potrebbe essere anche, almeno in parte, conseguenza del dissesto del Comune. Una dichiarazione di dissesto che poteva essere evitata cercando soluzioni alternative. Preoccupa anche che a Terni si paga tanto a fronte per giunta di una situazione ambientale ritenuta molto problematica.”
“l dati emersi dallo studio – sostiene Luciano Marini Segretario della UIL credito, assicurazioni ed esattorie dell’Umbria – sono comunque preoccupanti per questa regione nel suo complesso, a causa dell’incremento molto forte delle tariffe del servizio di raccolta dei rifiuti registrato nell’ultimo quinquennio, notevolmente superiore alla media nazionale e con una qualità del servizio non sempre impeccabile. Il problema dei rincari, soprattutto di beni e servizi essenziali per i cittadini, è evidente e sotto gli occhi di tutti e sta provocando l’erosione progressiva del potere di acquisto delle famiglie, l’allargamento delle fasce di povertà, in un contesto in cui redditi erano già stati messi alla prova dagli effetti della pandemia. Urgono pertanto interventi sia per il sostegno di chi si trova in difficoltà economica, sia per contrastare l’evasione fiscale e contributiva, al fine di reperire risorse aggiuntive e rendere più sostenibile per tutti il costo dei servizi pubblici.”