Ha preso avvio nei giorni scorsi la fase di ripopolamento della Trota mediterranea nei corsi d’acqua del bacino del Nera, in Valnerina, con circa 20.000 avannotti e 800 trotelle. Una fase determinante per il successo del progetto di recupero della specie autoctona avviato nel 2016 dalla Regione Umbria per la ricerca, la selezione e la produzione di trote mediterranee da ripopolamento, con la collaborazione del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia.
“Questi primi ripopolamenti gettano le basi per la riuscita del piano di salvaguardia della biodiversità che vede la Regione Umbria in prima linea – commenta l’Assessore all’Ambiente Roberto Morroni – un progetto che consentirà, in breve tempo, di far tornare questa specie ad abitare i corsi d’acqua appenninici della nostra regione”.
Dal momento in cui la gestione dei Centri ittiogenici è passata dalle Province alla Regione, l’impianto di Borgo Cerreto è stato convertito in allevamento di trote di ceppo mediterraneo (Salmo Ghigii) e ne ospita oggi un significativo stock, destinato alla produzione di novellame qualificato dal punto di vista genetico e unico utilizzabile nei piani di ripopolamento della specie secondo quanto previsto dalle normative nazionali e dall’elenco delle specie autoctone per ogni regione approvato dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
La trota mediterranea è una specie vulnerabile in Europa, in pericolo di estinzione in Italia, inclusa nella Lista rossa dei vertebrati italiani come “a rischio critico” a causa di numerose captazioni idriche, eccessiva mortalità da attività di pesca sportiva e immissioni di trote non autoctone per finalità di pronta pesca che sono motivo di ibridazione, con conseguente perdita della purezza genetica. Il suo ripopolamento è necessario in quanto la trota mediterranea costituisce una delle specie ittiche di maggiore importanza per la pesca sportiva, in grado di richiamare l’interesse di una grande quantità di appassionati, circa 7000 pescatori l’anno. L’intero bacino idrografico del fiume Nera, grazie alle proprie caratteristiche idrologiche e all’elevato grado di qualità ambientale, risulta ancora oggi particolarmente adatto a ospitare popolazioni ben strutturate di trota autoctona che, un tempo, risultava dominante nelle acque del Nera e dei suoi affluenti.