“Da parte del governo si continua a diminuire le risorse trasferite che, ormai, si può dire, sono ridotte quasi a zero; quando io sono entrato qui, nel 2009, noi avevamo oltre 44 milioni dallo Stato, oggi quei soldi non ci sono più; altra questione la scelta maturata sulla tassa per la prima casa, che ha comportato due distorsioni:il successivo blocco dell’autonomia fiscale per gli Enti locali e quindi noi non abbiamo avuto nessuno spazio possibile sul terreno della tassazione e la penalizzazione di quei comuni, come il nostro, che hanno mantenuto una tassazione bassa e che hanno avuto trasferimenti dallo Stato molto bassi” .
Lo ha detto il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, questa mattina, intervenendo alla conferenza stampa sul bilancio di previsione 2016/2018.
Oggi il Comune di Terni può contare su trasferimenti statali pari a circa 6/7 milioni di euro.
“Partendo da questi dati – ha aggiunto Di Girolamo – noi abbiamo costruito un bilancio molto asciutto conservando alcuni principi guida: mantenere bassa la quota delle tariffe , cercare di garantire i servizi essenziali alla popolazione, servizi estesi più della media nazionale per quel che riguarda i servizi educativi, i servizi sociali, il welfare, i trasporti; si tratta – ha concluso Di Girolamo – di un equilibrio complicatissimo da trovare, ha comportato dei sacrifici su altri terreni però ci presentiamo al Consiglio comunale e all’opinione pubblica con la convinzione di aver fatto il meglio possibile”.
Dopo il sindaco ha preso la parola l’assessore al bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi:”l’operazione del bilancio 2016 è stata titanica perché si cala dentro una situazione di difficoltà oggettiva per la carenza di risorse , dei trasferimenti, ma anche perché abbiamo dovuto affrontare e aggredire un indebitamento di questo Comune molto alto, il sesto, a livello nazionale, che è di 180 milioni di euro, al 31 dicembre, cui si aggiungono i residui attivi, iscritti a bilancio , per 157 milioni di euro e residui passivi per 97/98 milioni di euro; dentro questo quadro siamo costretti ad operare”.
“Inoltre a fronte di entrate correnti per circa 97 milioni di euro – ha aggiunto l’assessore – per garantire la solidità del bilancio , l’Ente non può spendere 14 milioni e 800 mila euro, che ha , circa il 15%, che non è una misura irrilevante”.
“Se avremo la capacità, nei prossimi anni, di fare le riforme, di aggredire alcune criticità, queste risorse si libereranno e l’amministrazione potrà immetterle nel circuito virtuoso delle iniziative, dei progetti e degli investimenti”.
Poi l’assessore rivendica che “nel 2016 non c’è aumento della pressione fiscale che è tra le più basse dell’Umbria; il riequilibrio del bilancio lo facciamo intervenendo sulla struttura della spesa; anzi sottolineo che abbiamo aumentato l’esenzione sull’addizionale IRPEF che sale fino ai redditi annui di 12.500 euro”.
Ribadisce l’assessore che l’aumento dell’IMU, per il 2017 e il 2018 è stato inserito come “norma di salvaguardia”; se verrà aggredita la spesa in misura equivalente per finanziare la quota del disavanzo del consuntivo 2015 (per il 2017 è di 1 milione e mezzo di euro, n.d.r.) è una decisione che rivedremo quando saremo qui a parlare del bilancio triennale 2017/2018/2019″.
“Noi dobbiamo garantire il pareggio di competenza – ha affermato ancora D’Ubaldi – pertanto , per il livello di tassazione che abbiamo in questa città, i servizi devono costare meno e devono essere razionalizzati”.
In questa ottica rientrano gli interventi sui servizi mense, sui servizi educativi; “affronteremo quelli relativi al trasporto pubblico locale, alla pubblica illuminazione, ad altre voci di spesa che stiamo modificando; inoltre poter applicare in maniera diffusa e ampia la pre-Fornero per il prepensionamento del personale rappresenta una misura strutturale che inciderà in maniera molto significativa nel 2017 e nel 2018, meno nel 2016; per certi versi – ha sottolineato l’assessore – è una misura obbligata”.
Altro tema è quello delle partecipate. “Il Comune ha mantenuto Terni reti, la società delle Farmacie s.r.l. e l’ASM; adotteremo a breve un atto per la messa in liquidazione di ATC S.p.A e usciremo dal centro intermodale di Orte; su Farmacie s.r.l accelereremo il processo di dismissioni , da decidere se si tratterà delle dismissioni di singoli farmacie o della quota di partecipazione detenuta dal Comune di Terni; su ASM il problema non è vendere ASM per fare cassa; su ASM la città deve interrogarsi sul profilo industriale da dare a questa società; se noi vogliamo garantire un futuro all’azienda – ha detto Piacenti D’Ubaldi – e ai suoi dipendenti, questa riflessione va fatta e va fatta velocemente”.
Infine, D’ubaldi sottolinea una necessità prioritaria per il il Comune di Terni che è quella della riscossione “che è troppo bassa, per le condizioni che ci impongono le nuove regole”.