Soddisfazione per l’approvazione da parte del Senato dell’emendamento che ha salvato gli istituti musicali privati (anche il Briccialdi) è stata espressa dalla FLC-CGIL. Si attende solo il via libera della Camera per la conversione definitiva in legge del decreto Bonisoli.
Priorità secondo la CGIL è il pagamento degli stipendi arretrati per il personale dell’Istituto.
“L’ex Istituto musicale pareggiato Briccialdi di Terni – scrive la FLC CGIL – rischiava da tempo di non poter accedere alla statizzazione prevista dalla normativa vigente, a causa della situazione debitoria creata nel tempo. Ora, grazie a un emendamento alla cosiddetta legge Bonisoli, con il quale lo Stato si fa carico dei debiti dell’istituto, è quasi fatta.
Il quasi è d’obbligo poiché il tutto dovrà essere approvato dalla Camera dei Deputati entro il 28 agosto, ma è poco più di una formalità.
Con i fondi stanziati dalla legge sarà possibile sanare le situazioni debitorie accertate al 31 luglio 2019.
“Questo provvedimento – si legge ancora nella nota della Flc CGIL Terni – può dare respiro a tutti gli istituti superiori nazionali musicali e accademie di belle arti non statali che stanno richiedendo la statizzazione in un contesto di difficoltà economica, ma che soprattutto riconosce l’importanza di tutte le istituzioni artistiche del nostro Paese che elevano la cultura nel territorio dove agiscono”. “La CGIL e la FLC CGIL di Terni – prosegue la nota – insieme alla FLC CGIL nazionale si sono prodigate fin dall’uscita del DL 50/2018 affinché al Briccialdi, nonostante la grave situazione debitoria, fosse consentito il passaggio allo Stato. È infatti da tempo che insieme alla Rsu dell’istituto denunciamo l’incapacità del Briccialdi di accedere alla piattaforma di statizzazione con modalità canoniche, come hanno ribadito da ultimo anche i lavoratori che hanno occupato l’istituto di recente. La dirigenza del Briccialdi, anche in quella occasione, cercò di negare l’evidenza dicendo che per la statizzazione non ci sarebbero stati problemi. Ma la necessità di questo salvifico intervento da parte del governo nazionale conferma che le preoccupazioni erano tutt’altro che infondate. Senza questo emendamento, l’istituto avrebbe chiuso i battenti. Ora, l’auspicio è che le cose vengano gestite con più trasparenza e che si dia priorità al pagamento dei diversi mesi di stipendio che ancora mancano all’appello”.
“Senza dubbio positivo – conclude la nota – è stato il rapporto con la politica, che a tutti i livelli, da quello cittadino fino al MIUR, ha recepito le istanze sindacali arrivando, grazie a una lunga interlocuzione, a questo emendamento alla legge dal titolo “Misure urgenti a favore degli Istituti musicali nazionali non statali e delle accademie non statali di belle arti finanziate dagli enti locali”. Ulteriore conferma di come, per risolvere davvero i problemi, la strada da percorrere sia l’opposto della disintermediazione sociale”.