Non è certo roba da virtuosi del fioretto lo scontro tra Giunta comunale ternana e gruppo consiliare di opposizione del Pd. Casomai è roba da cultori dell’accetta. D’altra parte il savoir faire non si vende al mercato del Foro Boario. Così alle richieste di chiarimento del Pd su buchi (di cui si chiacchiera) nel bilancio comunale la replica del sindaco Latini e dell’appena arrivato assessore al bilancio Orlando Masselli non è da salotto parigino: i consiglieri comunali del Pd “parlano e forniscono dati a casaccio su fatti e atti che non conoscono”, dicono. Ma spiegare il tutto sia al consiglio comunale che ai cittadini forse non sarebbe una perdita di tempo. “I problemi di bilancio ci sono e restano importanti, ma non si risolvono continuando a raccontare fandonie –rincarano Latini e Masselli – Ne sono state raccontate fin troppe e i ternani se ne sono accorti da tempo. Il buco nel quale la città rischia sempre di cadere è uno solo: quello che hanno causato le precedenti giunte del Pd, sostenute dagli attuali consiglieri d’opposizione. In un anno e qualche mese noi non abbiamo fatto altro che cercare di tamponare questa enorme falla, a fronte di normative complesse, applicate per la prima volta al caso-Terni e di difficile interpretazione anche da parte dei tecnici che abbiamo interpellato e che continuiamo a interpellare”. Evidente la questione è complicata e sembra che non ci si capisca granché, faccenda che qualche preoccupazione la crea anche nell’uomo della strada.
E ancora: “Non c’è niente di nuovo nella drammatica situazione del dissesto del Comune di Terni, c’è solo il disastro lasciato dal Pd e le sue conseguenze con le quali abbiamo a che fare ogni giorno e che ci impediscono di governare l’Ente come vorremmo”.
Il buco è tutto del Pd, in sostanza.
“Nessuno vuole negare il dissesto del passato – è la replica contenuta in una nota dei consiglieri comunali Pd Valdimiro Orsini, Francesco Filipponi, e Tiziana De Angelis – ma pretendiamo altrettanta assunzione di responsabilità su quanto avvenuto in questo anno di gestione Latini. Il sindaco deve venire in consiglio comunale a spiegare come è stato possibile originare un nuovo disavanzo e soprattutto deve riferire sul confronto avuto con il ministero degli Interni”.
Poi anche loro diventano “parigini”. E partono accetta in resta: “Non non arretriamo di un millimetro, non ci fanno paura gli insulti da manganellatori del web della pagina della Lega con un’aggressività fascista che non ha dato grandi frutti al loro Capitano e stratega e che non ne darà neanche ai suoi emuli di periferia. Né tantomeno ci fanno paura i generici comunicati del sindaco che è ormai un disco rotto sul passato e ancor meno le interviste del nuovo assessore al Bilancio che, forse perché ancora fresco di nomina, non ha potuto mettere mano alle normative e studiarsele”.
Se s’ode a destra uno squillo di tromba a sinistra risponde uno squillo, come raccontava quello. Poi i consiglieri Pd si addentrano in questioni quasi tecniche chiedendo però che si riferisca in consiglio sniglio sulla “natura dell’incontro del 19 luglio scorso, dove erano presenti anche il vicesindaco e l’assessore ai Lavori Pubblici”. Incontro certo delicato se c’erano pure tutti e due i “vicepremier”.
Alla fine pare di trovarsi al cospetto di un Comune svizzero, fitto di buchi: uno rinfacciato dalla giunta di adesso a quelli di prima, l’altro rinfacciato da quelli di prima alla giunta di adesso. Unicuique suum, a ciascuno il buco suo. In attesa che arrivi a chiuderli l’assessore ai lavori pubblici con una palata di catrame.